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venerdì, Marzo 29, 2024

Campobasso. Storia di un siluro contrabbandato per antenna

AperturaCampobasso. Storia di un siluro contrabbandato per antenna

di PASQUALE DI BELLO

La vicenda della tentata realizzazione di una potentissima antenna telefonica in viale Manzoni a Campobasso, offre lo spunto per una riflessione sul rapporto tra politica e burocrazia, tra amministratori e tecnici delle strutture. Una storia inquietante di superficialità e pressappochismo.

Con riferimento all’antenna di viale Manzoni a Campobasso, verrebbe da pensare – anzi viene – che tra politici e tecnici siamo circondati da una razza di amministratori incapaci di distinguere un siluro da una supposta. Nel caso specifico, dai dati che stanno emergendo, il risultato finale non farebbe poi molta differenza, posto, se ci capite, che a restare buggerati con gli stessi effetti di glicerina sarebbero gli abitanti di quella zona e, più in generale, i comuni contigui a quel moloch che si andava erigendo. Si, perché la questione, dopo aver realizzato un ampio e robusto massetto cementizio, pare si sia bloccata a seguito delle proteste di comitati e cittadini col fumo al naso e gli occhi fiammeggianti.

A prescindere dall’auspicabile blocco delle operazioni, una riflessione andrà pur fatto sul piano tecnico-politico, e questo sul piano delle risultanze che stanno emergendo. L’autorizzazione rilasciata alla Telecom all’installazione del megasuppostone gabellato per antenna telefonica è dell’ottobre 2013 e, parrebbe, che i presupposti normativi richiamati nell’atto di deliberazione fossero al tempo già ampiamente superati da una normativa successiva e più restrittiva. In pratica, quella autorizzazione non poteva essere data o, quantomeno, non poteva essere data in quel modo. Inoltre, sempre dalle informazioni raccolte dai comitati, la delibera in questione non avrebbe tenuto conto della distanza di sicurezza dai palazzi che all’epoca erano già in costruzione e che, evidentemente, una gigantesca cataratta ha impedito di vedere a lorsignori che avrebbero dovuto fare le dovute modifiche. Proseguendo, la stessa antenna-supposta-siluro, non potrebbe essere eretta in prossimità di aree destinate a parchi e scuole e lì, nei pressi, sostengono i protestatari, è prevista la realizzazione di un parco per bambini. Infine, ma non meno importante, secondo le ricerche effettuate dall’ingegner Pizzuto e dal cognonimo avvocato Carmine, l’opera realizzata sarebbe stata posta in una particella catastale differente da quella individuata in delibera.

E’ tempo di elezioni e, come comprensibile, stanno correndo tutti ai ripari per bloccare questa mostruosità preceduta da una serie di solenni castronerie politico-amministrative. Bene ne prendiamo atto. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo prendere atto delle mani a cui sono affidati i cittadini. Qui, con tutta probabilità, la politica c’entra di straforo, posto che i politici firmano più o meno tutto quello che perviene dalla struttura tecnico-burocratica. Ma, proprio con riferimento a quest’ultima, sarebbe interessante capire chi è come è stato capace di inanellare un rosario di fesserie come quelle che stanno emergendo. Ciò appurato, i responsabili andrebbero posti in posa da obice nel cono d’onda dell’antenna e spediti in orbita, dove potrebbero girare beati nella loro felicità minerale insieme alle lune di Saturno. Lì, almeno, non farebbero danni.

 

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