6.6 C
Campobasso
mercoledì, Aprile 24, 2024

Di rosso vestito, di un rosso sbiadito

Idee e opinioniDi rosso vestito, di un rosso sbiadito

di STEFANO FIORETTI

Bella e divertente, significativa forse un po’ meno. Così mi vien da descrivere la polemica, anzi l’incrociar di spade, tra Laura Venittelli e Micaela Fanelli. Oggetto del contendere: la segreteria regionale del PD. Questo all’apparenza,  perché in realtà pare essere in gioco la leadership molisana vera del partito “figlio”, non granché riconosciuto in verità, del PCI e forse della coalizione che però al momento non è dato capire quale potrà essere. Una cosa è certa: la parlamentare e il sindaco di Riccia hanno personalità ed identità ben più forti rispetto agli attuali referenti locali della si fa per dire Nomenklatura.

In attesa di poter veder puntate sul centrodestra luci più vivide rispetto a quelle attuali, invero fioche soprattutto per via dei lavori in corso, provo a “vestirmi di rosso” per pochi minuti. Sbiadito, s’intende, anche perché in fondo tale è quello del PD stesso. Ne vale la pena visto che si tratta dell’unico vero partito che esista in Italia. Lo dice quotidianamente Eugenio Scalfari e per questo devo presumere che sia vero.

Entrambe renziane e come tali protese ad un rinnovamento più o meno deciso e marcato, ma anche entrambe concentrate sostanzialmente verso gli stessi obiettivi, almeno stando alle loro dichiarazioni: sanità, lavoro e costi della politica, questo più o meno il centro di gravità. Si dirà che non potrebbe essere diversamente. Giusto. Proprio per questo, a ben guardare, la sfida tra le due signore, sulle cui capacità non c’è alcun dubbio, vive di bordate reciproche sferrate con metodi e stili molto diversi e si configura più che altro come un ulteriore passo necessario per la carriera politica.

Laura Venittelli attacca frontalmente, anzi arringa vista la sua professione di avvocato giuslavorista, accusando la Fanelli di essere pronta ad avallare ad esempio il famoso quinto assessore e addirittura, visti i suoi (presunti e conosciuti) trascorsi, di puntare ad APPALTARE il PD a Forza Italia in Molise.

Mica robina.

Cosa e come risponde Micaela Fanelli? Modi pacati, idee chiare anche per lei con dichiarata volontà di puntare ai fatti più che alle parole, come peraltro sostiene di aver fatto fino ad oggi, afferma di essere di sinistra e di esserlo sempre stata, di volere la sanità pubblica che funzioni, di essere contraria al quinto assessore e di avere nel mirino l’immediata riduzione dei costi della politica.

Insomma, pare che non siano i propositi ed i programmi, sfumature a parte, a chiarire le differenze tra le due candidate al comando del Partito Democratico in Molise. Infatti la scelta potrà far capo più ad un concetto diverso di politica, o meglio al diverso atteggiamento che le concorrenti hanno nell’interpretarla, ed a valutazioni riguardanti la loro personalità e l’affidabilità nel tempo, che non a considerazioni programmatiche.

Al momento si tratta dunque di una guerra aperta per la poltrona, un’ambizione del tutto legittima per le due. Oltre questo però non ci sono elementi veri per una scelta da fare sulla “quota di rosso” garantita dalle agguerrite avversarie, poiché il famigerato colore appare abbastanza sbiadito in entrambi i casi, in linea con i tempi ed anche con il comune denominatore che si chiama Matteo Renzi.

Il risultato delle primarie del 16 febbraio, quindi, potrà dire se il “popolo di sinistra” molisano avrà apprezzato più ai modi scontrosi, decisi ed aggressivi di Laura Venittelli oppure il tratto solo apparentemente “morbido” e la grande propensione al dialogo ed alla diplomazia dell’attuale prima cittadina di Riccia. Per dirla in modo maccheronico e chiudere: Venittelli tenta di veicolare il suo “rosso in tutti i sensi” verso un ventennio renziano, muovendo verso il futuro ben salda sulla salvaguardia di precisi tratti identitari da attualizzare in parte, Fanelli invece lavora per tingere di un rosso tenue la sua indole pacata e la sua apertura alle aree liberali e moderate. Alla fine dei due percorsi il risultato non potrà né potrebbe essere poi granché diverso.

Le primarie del 16 febbraio ci sveleranno se la nuova segreteria del PD avrà i capelli rossi o no.

Ultime Notizie