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giovedì, Marzo 28, 2024

Il nuovo anno si aprirà all’insegna degli aumenti: nuova stangata per i cittadini

AttualitàIl nuovo anno si aprirà all'insegna degli aumenti: nuova stangata per i cittadini

di MARTA MARTINO

Se il 2013 sarà ricordato come l’annus horribilis per l’economia e le tasche dei molisani, il 2014  si preannuncia già come l’anno degli aumenti.  Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori ogni famiglia nel 2014 spenderà circa 1400 euro in più rispetto all’anno precedente e non certo per divertimenti e bagordi, ma per far fronte ad aumenti di trasporti, alimentari, luce, gas e quindi riscaldamento, imposta unica comunale, addizionali Irpef, tariffe artigianali e professionali, senza contare costi maggiori anche per la scuola.  Secondo un rapido calcolo,  le famiglie italiane spenderanno 327 euro in più per mangiare, 81 euro in più di trasporti, 61 euro per servizi bancari, mutui e bolli, 108 euro per la benzina, 57 euro in più per i pedaggi autostradali, 44 euro per accendere il riscaldamento, 74 euro per mensa e libri scolastici, 116 euro per le tariffe artigianali e professionali.  Non solo. Spedire una lettera a qualche parente lontano potrà salire dagli attuali 70 centesimi ai 95 previsti, sempre però più economico che spedire una raccomandata, per la quale non basteranno,a  quanto pare,  più 3 euro e 60, ma ce ne vorranno 5 e 40. E anche il break dal lavoro in ufficio  diventerà più caro: caffè e snack alle macchinette costeranno il 6% in più. Non parliamo poi di prendere l’auto e fare il pieno: il Codacons ha già lanciato l’allarme: già a metà dicembre benzina e gasolio hanno subito un’impennata e nel 2014 il fronte carburanti potrebbe salassare ancora di più le tasche del malcapitato automobilista italiano. A tutto ciò poi va aggiunto il possibile 60% di più di Tares, l’imposta locale sui rifiuti – segnala Confesercenti. Più cari diventeranno i viaggi in treno, in alcuni casi anche del 20%, e i pedaggi autostradali.  Perfino avere  risparmi in banca o alle poste costerà di più: aumenta infatti  l’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche alla clientela sui prodotti finanziari compresi i depositi. A tutto ciò andrà a sommarsi la famigerata ex Imu, ora Tasi, che però non potrà sforare il tetto dello 0,25% per l’abitazione principale e dell’1,06% per le altre e l’irpef per le case sfitte, maggiorata di un terzo ma sul 50% della base imponibile e solo per gli immobili che il cittadino ha nel suo comune di residenza. Fuori dal provvedimento quindi le case vacanze in altre città.

 

 

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