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venerdì, Aprile 19, 2024

Congresso PD: il Molise asfalta Renzi. Ai candidati di Cuperlo il controllo delle Federazioni: eletti Maio, Di Iorio e Palmieri

AperturaCongresso PD: il Molise asfalta Renzi. Ai candidati di Cuperlo il controllo delle Federazioni: eletti Maio, Di Iorio e Palmieri
Pietro Maio

di PASQUALE DI BELLO

Risultato negativo per i renziani in molise. E’ questo il dato che emerge dalla due gironi congressuale del PD che ha portato al rinnovo delle cariche per i circoli cittadini e le tre federazioni molisane. La spuntano Maio a Campobasso e Di Iorio a Isernia. A Termoli, nel testa a testa, vince Michele Palmieri su Giuliana Ferrara.

I dati ufficiali, arrivati in nottata, sono sufficienti a dire che in Molise Matteo Renzi, segretario in pectore del Pd, ha rimediato un sonoro manrovescio. Almeno questa è la sintesi della due giorni congressuale che ha portato al rinnovo delle segreterie dei circoli cittadini e delle tre Federazioni provinciali democratiche (Termoli, Campobasso e Isernia). Proprio da queste ultime viene il risultato più netto, quello di un sonoro kappaò alla Tyson. A Campobasso la spunta il cuperliano Pietro Maio (che ha battuto il renziano-fanelliano Luca Iosue), a Isernia il compagno di cordata Alfonso Di Iorio (che ha prevalso su Stefano Buono) e, per Termoli, dopo un testa a testa, l’ha spuntata Michele Palmieri su Giuliana Ferrara. Un cappotto, uno sventolone, per capirci, di quelli destinati a far suonare gli uccellini nelle orecchie e a far vedere le stelline luminescenti negli occhi per qualche settimana. Chi sentirebbe gli uccellini e chi vedrebbe le stelle in Molise? Non certo a Renzi, che di questa insignificante regione che non conta e non accusa non sa che farsene,  ma di sicuro ai renziani. Prima tra tutti Micaela Fanelli, proconsole molisano del sindaco fiorentino, essa stessa in corsa per la segreteria regionale del partito. Per questa si voterà in primavera ma, dai risultati di questo fine settimana, è chiaro che la sindachessa di Riccia dovrà corazzarsi di elmetto e giubbotto in vista di quello che sarà l’appuntamento cruciale della propria carriera politica. Per Renzi, a livello nazionale, la strada è in discesa, per Fanelli, in Molise, la strada non è né in salita né in discesa: è semplicemente disseminata di mine. Il Pd molisano è un partito di gesuiti, abituato a spaccare il capello in sedici parti, e il vertice del partito, la coppia Ruta – Leva, oltre ad essere anch’esso (e principalmente esso) di marca gesuita, porta pure le stigmate delle chiese democristiana e comunista. Insomma, una tombola, una lotteria: questo sarà la prossima elezione del segretario regionale destinato a gestire quella che in prospettiva è la partita più grossa: le elezioni politiche, perché ad elezioni politiche s’andrà prima o poi. Porcellum o non porcellum, non è la legge elettorale che decide la rappresentanza parlamentare, bensì le segreterie regionali. Lo sanno molto bene Ruta e Leva che, oltre ad essere gesuiti, sono pure frati trappisti e ripetono a tutti, specie ai loro detrattori: “Fratello, ricordati che devi morire”. La partita di andata se la sono aggiudicati loro, per il ritorno bisognerà aspettare primavera.

 

 

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