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lunedì, Aprile 29, 2024

Di Lisa: offesi e indignati per la legge sulle indennità dei Consiglieri regionali

AttualitàDi Lisa: offesi e indignati per la legge sulle indennità dei Consiglieri regionali

Abbiamo deciso di promuovere la proposta di legge di iniziativa popolare perché ci siamo sentiti offesi ed indignati dal comportamento arrogante del Consiglio regionale. Offesi perché la mattina ha aumentato l’addizionale IRPEF, IRAP, bollo auto, in una regione nella quale c’è la più alta fiscalità di tutta Italia, i ticket sanitari alle stelle che rendono addirittura conveniente economicamente pagarsi le prestazioni sanitarie presso i privati, lo smantellamento totale del sistema produttivo, una disoccupazione drammatica. Indignati perché il pomeriggio dello stesso giorno, rimangiandosi gli impegni assunti con gli elettori a dimezzare le spettanze, ha deciso di sfidare il buon senso ed il buon gusto, aumentandole incurante delle crescenti difficoltà dei ceti sociali più deboli e facendo registrare il distacco sempre più netto tra politici/politica e società reale.

Perché meravigliarsi allora dell’aumento esponenziale di chi dice basta con  i politici che non fanno più politica, non amministrano  la Cosa Pubblica secondo il bene comune, ma gestiscono, occupano, ed ormai ostentano, il proprio potere secondo i propri interessi ?

Il fatto che molti cittadini, finora assuefatti ed asserviti,  non sono più disponibili ad accettare la situazione di sfacciato privilegio dei loro rappresentanti non solo solleva un problema etico ma é un grande problema politico che mina e mette in discussione il sistema democratico. Da decenni cerco di richiamare l’attenzione della politica su questi temi. Finora è stato perfettamente inutile. E mortificante, perché proprio la sinistra, il filone politico e culturale al quale mi sono sempre sentito di appartenere, finora ha dimostrato indifferenza, o addirittura ostilità, per chi li ha posti.

Sono stato lasciato solo, quando dieci anni fa ho presentato la prima (ed unica) proposta di legge in Italia per dimezzare le indennità, eliminare il vitalizio, il premio di reinserimento, i portaborse. Sono stato considerato un ingenuo, un  illuso moralista. E la stessa società civile non ha mostrato grande attenzione ed interesse. Ora la situazione è cambiata, ma la politica no. Si attarda a divorare le ultime spoglie di una Regione e di uno Stato in via di decomposizione.

E’ davvero singolare ed irritante tacciare di qualunquismo o di atteggiamento antipolitico coloro che considerano chi sta in Parlamento o alla Regione una persona privilegiata.

E’ innegabile che questo sentire comune è sostanzialmente vero.

Dobbiamo cogliere l’elemento di verità che in quel giudizio è contenuto, soprattutto oggi che è drammaticamente evidente l’impoverimento del Paese, del Molise, dei ceti più deboli; oggi che le famiglie appartenenti al ceto medio non riescono, con il reddito che percepiscono, ad arrivare a fine mese senza intaccare i loro risparmi; oggi che la disoccupazione dilaga e i giovani non hanno futuro.

Non ci si può giustificare, trincerandosi dietro l’alibi dei direttori generali, dei dirigenti regionali e dei manager che guadagnano più dei Consiglieri regionali. Dobbiamo rimettere in discussione anche le loro spettanze, i loro privilegi, ridurre a livelli fisiologici le differenze retributive. Ma questo lo può fare solo una politica pronta a dare l’esempio, rinunciando prioritariamente ai propri privilegi, che abbia l’autorevolezza per farlo. Autorevolezza, che si acquisisce solo definendo un progetto di profondo cambiamento, in grado di indicare prospettive ed obiettivi comuni, di convincere che siamo tutti legati allo stesso destino, sconfiggere l’idea del “si salvi chi può”, ridare speranza di futuro anche e soprattutto alla massa di “disperati”, finora utilizzata e ricattata dalla politica.

Alla politica si chiede oggi di avere coraggio e lungimiranza, di ricorrere, laddove necessario, anche a scelte impopolari che solo una politica autorevole e liberata da privilegi può fare.

Dobbiamo riportare il trattamento economico degli eletti previsto dalle leggi ad un profilo di sobrietà ed efficienza che ci allontani da una visione notabilare del ruolo elettivo.

Dobbiamo scommettere su una democrazia partecipata che investe sulla massima legittimazione e sul massimo prestigio, oltre che sul funzionamento degli istituti democratici, dai partiti agli eletti. Dobbiamo riappropriarci della politica intesa come servizio alla collettività.

Si può, senza demagogia, fare un pezzetto di riforma della politica riducendo i “benefici individuali” non necessari ai consiglieri regionali.

Basta con la casta. Noi ci facciamo  promotori di una proposta seria di dimezzamento delle spettanze dei consiglieri regionali, che non cede alla demagogia ed al populismo, che prevede indennità più che dignitose. Coltiviamo la speranza che la nostra iniziativa  diventi il punto di partenza di un processo che possa puntare alla eliminazione dei privilegi anche dei parlamentari.

Il nostro obiettivo prioritario è  ridare senso e dignità alla politica. Senso e dignità che la politica ha perso da un pezzo.

 

 

Domenico Di Lisa

                                                                                                                                                                                                          dilisadomenico@tin.it

 

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