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giovedì, Aprile 25, 2024

Sondaggio pubblico del Giornale del Molise tra i Consiglieri regionali: 3500 euro netti mensili, sono un’indennità congrua?

AperturaSondaggio pubblico del Giornale del Molise tra i Consiglieri regionali: 3500 euro netti mensili, sono un’indennità congrua?

di PASQUALE DI BELLO

Non si placano le polemiche attorno alle laute indennità che la classe politica si è autoattribuita. A tal proposito il Giornale del Molise lancia un sondaggio pubblico tra i consiglieri regionali: 3500 euro netti mensili omnicomprensivi, il triplo dello stipendio medio di un italiano, sono un’indennità congrua?

Di certe famiglie politiche si potrebbe dire quello che si dice delle patate, che la parte migliore sta sottoterra. E, in effetti, per trovare qualcosa di buono tra i politici regionali bisogna andare al camposanto, sfossare qualche salma illustre, e riportarla in Consiglio regionale. In confronto a certi cadaveri in circolazione, farebbero anche da trapassati un figurone. Detto questo, va tuttavia rilevato che sul banco delle verdure politiche molisane, nonostante la nostra teoria del tubero, ci sono certe patate che non vanno bene né da vive e né da morte (vita e morte, s’intende, politica). Per farvene un’idea, prendete ad esempio quello che sta succedendo sull’articolo 7 (la norma portaborse che regala a ciascun consigliere regionale 2451 euro netti non rendicontabili e tassabili) e sulla sua ventilata abrogazione, questione che per essere sbrigata richiederebbe una mattinata e un pomeriggio: basterebbe presentare a colazione una proposta di legge d’abrogazione e, dopo il passaggio in commissione intorno all’ora di pranzo, procedere a merenda alla cancellazione. Tutto qui. Semplice vero? E invece no!

Lorsignori su questo tema, e più in generale su quello dei privilegi a go go e delle indennità di cui immensamente beneficiano, stanno scivolando e svicolando da settimane, e lo stanno facendo a tal punto che pure l’esempio delle patate ci pare superato e riduttivo. Occorre scomodare i pesci per trovare una similitudine adatta al caso, perché questi padri della pappa si muovono da mattina a sera come sogliole: nell’acqua viscida e di sbieco. Almeno tuberi e patate crescono con un andamento verticale, qui invece siamo sul piano orizzontale allo stato puro. Sogliole di centrosinistra (dove gira pure qualche serpe) e sogliole di centrodestra (dove gira pure qualche biscia), per capirci. Da quando è nata la Regione Molise, salvo qualche eccezione, quella attualmente in circolazione è, per sfrontatezza e rancore, la peggiore classe politica ad essere mai stata eletta: boriosa, presuntuosa e con la vocazione al pizzino. Al culmine della disperazione, dinanzi all’opera di denuncia su costi e sprechi fatta senza tregua e paura da una parte dell’informazione, non hanno trovato di meglio che sibilare operazioni bavaglio. Bontà, anzi mediocrità loro.

Ma, al di là delle tensioni col mondo dell’informazione, quella dei costi della casta è una questione che va risolta una volta per tutte e in maniera decorosa. La liquidazione degli emolumenti di agosto e le relative buste paga dimostrano come nulla sia alla fine cambiato e che il balbettio sulla riduzione delle indennità è un suono che diventa sempre più fastidioso se paragonato allo stridore di denti della maggior parte dei cittadini, quelli che ormai alla seconda settimana del mese hanno già quasi finito i soldi.

Quello che pubblichiamo di seguito è l’elenco dei consiglieri regionali del Molise, con l’aggiunta dell’assessore esterno e l’esclusione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle (a Federico e Manzo la domanda che poniamo non può essere posta): Nicola CAVALIERE, Salvatore CIOCCA, Vincenzo COTUGNO, Paolo DI LAURA FRATTURA, Domenico DI NUNZIO, Cristiano DI PIETRO, Vittorino FACCIOLLA, Angiolina FUSCO PERRELLA, Nico IOFFREDI, Nunzia LATTANZIO, Salvatore MICONE, Filippo MONACO, Vincenzo NIRO, Carmelo PARPIGLIA, Michele PETRAROIA, Nicola Eugenio ROMAGNUOLO, Giuseppe SABUSCO, Massimiliano SCARABEO, Francesco TOTARO. A ciascuno vogliamo chiedere, auspicando una risposta secca: “Posto che la legge non stabilisce il tetto minimo delle indennità, ritiene congrua per lavoro che lei svolge un’indennità netta omnicomprensiva di 3500 euro netti al mese?”.  La domanda, e la cifra, ci paiono per nulla insolenti considerando che lo stipendio medio di un lavoratore italiano (fonte il Sole 24 Ore) di 1300 euro. Ecco, vorremmo una risposta secca e chiara che smentisca la leggenda dei politici come peggior casta in circolazione; vorremmo una risposta che consenta a lorsignori di sbugiardarci e di dire, almeno per una volta, che se c’è una categoria peggiore dei politici è quella dei giornalisti. Specie quelli abituati a fare domande e a tenere la schiena dritta.

Poscritto: daremo conto ai nostri lettori delle risposte che perverranno, se perverranno.

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