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lunedì, Maggio 6, 2024

Il Governo chiude le Provincie, quella di Campobasso s’inventa una Commissione e le riapre

AperturaIl Governo chiude le Provincie, quella di Campobasso s'inventa una Commissione e le riapre

di PASQUALE DI BELLO

E’ passata in Consiglio provinciale a Campobasso, col voto di maggioranza e opposizione, l’istituzione di una commissione speciale chiamata a ridefinire l’assetto dell’Ente. Tutto questo mentre il Governo, con un disegno di legge costituzionale, ha già deciso di cancellare le provincie.

Nel corso di una mattinata di noie vaghe e malinconie nascoste, uno di quei giorni in cui c’è poco da scrivere e l’ispirazione manca, ci siamo recati in Provincia, quella di Campobasso, per assistere ai lavori del Consiglio. Ci siamo andati, per capirci, come si va al buio al cinema, comunque fiduciosi di poter assistere ad un bel film. Ignari dell’argomento iscritto all’ordine del giorno, non sapevamo che genere di pellicola c’attendesse: drammatica, d’azione, western, erotica o di fantascienza. Una volta però oltrepassata la soglia dell’aula che ospita i lavori del Consiglio, abbiamo immediatamente capito cosa stessero proiettando. Il film che andava era, indubitabilmente, un film horror. L’argomento, da tombe scoperchiate, il seguente: l’istituzione di una commissione speciale chiamata ad intervenire nel processo di ridefinizione delle provincie avviato dal Governo. Ora, per capire l’aspetto cimiteriale della questione, va subito detto che le intenzioni del governo nazionale non sono quelle di rimodulare l’ente Provincia ma, più semplicemente, di cancellarlo. Nel disegno di legge costituzionale già presentato, la parola “Provincia” scompare proprio. Letteralmente non c’è. Istituire quindi una commissione in articulo mortis può avere solo un senso: conferire l’estrema unzione al moribondo. L’unico ad averlo capito, nella circostanza in esame, c’è parso il capogruppo del Pdl in Provincia, Roberto Crema, che, seppur parlando a titolo personale, ha ben spiegato l’inutile e velleitaria idea di istituire una commissione chiamata ad interagire con la Regione.

Le provincie, per capirci, per come si sono messe le cose (e si sono messe molto male) sono dei veri e propri morti che camminano. Se non fosse stato girato nel 1968 in Pennsylvania, siamo convinti che George Romero “La notte dei morti viventi” l’avrebbe filmato nel 2013 in Molise, esattamente a Campobasso in via Roma, sede della Provincia. Chi volesse rendersi conto dell’eccellente location, può recarsi presso la luttuosa sala del Consiglio, una specie di coro gotico disposto a sacrestia, con scranni che ricordano certe buie cattedrali dove i monaci, incontrandosi, si salutano in un modo che mette i brividi: “Fratello, ricordati che devi morire”. E noi, lo confessiamo, suggestionati dallo scenario, in più di una circostanza ci siamo aspettati di vedere qualche consigliere provinciale che, alzandosi in piedi, anziché pronunciare un discorso cominciasse a solfeggiare in gregoriano con gli occhi rivolti al cielo.

Ora, fuori da ogni battuta e dal sarcasmo, quella della commissione speciale ci pare davvero un’idea bizzarra, qualcosa che più che al senso delle istituzioni fa riferimento all’istinto di conservazione della specie. E lo scriviamo (vi parrà strano) essendo persuasi che in Italia più che le provincie vadano abolite le regioni. Il livello regionale, checché se ne dica, è diventato di fatto un  vulnus per l’unità nazionale, essendosi trasformate le Regioni in altrettanti stati dentro lo Stato.  Pensate, per non andar lontano, alla vicenda legata al taglio delle spese e ai costi della politica per capire come le Regioni siano delle vere e proprie enclave dell’ingordigia. Su tutto è una corsa ad atteggiarsi come tanti piccoli stati. I presidenti? Si fanno chiamare governatori, come negli stati federali. Le assemblee? Si chiamano parlamenti regionali. L’assegno a fine mese? Come per i parlamentari è un’indennità, altrettanto lauta come per gli inquilini di palazzo Madama e Montecitorio. Manca solo, ma ci arriveremo, che gli assessori si facciano chiamare ministri.

L’impressione che abbiamo, indipendentemente dalle nostre preferenze sul cosa chiudere, è che alla Provincia di Campobasso abbiano sbarellato, maggioranza e minoranza. A dire il vero, visto che la proposta di istituzione della commissione viene proprio da quest’ultima, ci pare che l’opposizione sbarelli più di chi governa. La proposta, messa ai voti, è passata con quindici sì ed un solo no, quello di Roberto Crema. I commissari, cinque in tutto (tre di maggioranza e due di minoranza), si sono dati tempo sino al 31 dicembre di quest’anno per elaborare le loro proposte (dirette a chi e con quale efficacia?). Tutto questo, salvo proroghe. Nel frattempo, da Roma, le provincie le avranno già cancellate e noi, convinti di aver visto un film horror, ci convinceremo che in una mattina di luglio, passando dal Consiglio provinciale, abbiamo preso un abbaglio: il film che davano non era una pellicola horror ma un capolavoro del genere comico.

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