Micaela Fanelli, interviene sulla costituzione della commissione per il riordino delle provincie
“Opererà gratuitamente – spiega Fanelli –, con l’obiettivo di non subire la riforma restando inermi, ma di accompagnare ed eventualmente anticipare le riforme locali. In sostanza cominceremo anche a immaginare come risolvere il problema della Biblioteca Albino, della Fondazione Savoia, dei Centri per l’Impiego e delle altre strutture su cui incombono spade di Damocle di scadenze legislative che richiedono un’attivazione riformatrice e non più la speranza che nulla cambi”.
La mozione proposta dall’opposizione, passata con 14 voti favorevoli e 1 contrario, condurrà all’istituzione “opportuna – precisa Fanelli – di un gruppo di lavoro il quale, indipendentemente dal ‘colore’ politico e sulla base della massima partecipazione corale, porterà con sé due chiavi di interlocuzione: la prima in linea e in stretta sinergia con le istituzioni nazionali, quindi seguendo il processo in atto in chiave nazionale; la seconda a livello locale, cioè avanzando una proposta riformatrice di snellimento rispetto a quello che è il contesto locale, e per rispondere a pieno al processo che questa Provincia dovrebbe seguire. Naturalmente avremo la possibilità di conferire tutto il lavoro prodotto, nel corso delle sedute del Consiglio provinciale”.
Va precisato che all’interno della Commissione ognuno porterà le proprie convinzioni: Fanelli, ad esempio, quella dell’abolizione delle Province ma in sinergia con una ridefinizione organizzata, presso i Comuni e le Regioni, delle competenze e dell’erogazione dei servizi. Per riformare e risparmiare i costi.
Ha aggiunto Fanelli: “Contiamo di arrivare a una capacità di proposta nel giro di sei mesi e naturalmente in compatibilità con i processi nazionali”. L’obiettivo della nuova Commissione “è ambizioso – conclude la capogruppo – ma sono assolutamente convinta che potremo rappresentare un pungolo produttivo e costruttivo nei confronti di tutti gli altri livelli istituzionali”.
