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martedì, Aprile 16, 2024

A trentacinque anni da via Fani, le “Brigate rosse” fanno passerella in Molise

AperturaA trentacinque anni da via Fani, le "Brigate rosse" fanno passerella in Molise

di PASQUALE DI BELLO

Barbara Balzerani, condannata all’ergastolo per la strage di via Fani, il sequestro e l’uccisione del Presidente della Democrazia cristiana, Aldo Moro, sarà oggi a Ferrazzano. Occasione, la presentazione di un libro: “Compagna Luna”. L’improvvida iniziativa, voluta dall’Osservatorio contro la repressione, suscita sdegno e riprovazione generali e assume, in Molise, un suono ancor più gelido e sinistro. Molisano era uno degli uomini della scorta di Moro trucidato in via Fani: Giulio Rivera, che riposa a Guglionesi, nel comune dove nacque.

La mattina del 16 marzo 1978, all’incrocio tra via Fani e via Stresa a Roma, nel quartiere Trionfale, c’era anche lei: Barbara Balzerani. Il suo compito, in quello che resta l’atto terroristico più barbaro della storia d’Italia, fu quello di fermare il traffico e consentire ai suoi compari d’armi di trucidare la scorta di Aldo Moro e sequestrare il presidente della Democrazia cristiana. A morire, in quella tragica mattinata di una primavera incipiente, furono cinque persone. Tutti gli uomini della scorta di Moro: Raffaele Iozzino (23 anni), Oreste Leonardi (52), Domenico Ricci (42 anni), Giulio Rivera (24) e Francesco Zizzi (30). Moro, invece, lo accopparono all’alba del 9 maggio 1978, dopo cinquantacinque giorni di prigionia. A farlo fu la sfinge delle Brigate rosse, Mario Moretti, un bandito che non ha nulla da invidiare ad altre carogne di altre organizzazioni criminali. Moretti, all’epoca, era il compagno di Barbara Balzerani e con lei condivideva il covo di via Gradoli, quello scoperto grazie ad una sospetta perdita d’acqua abilmente messa in scena dagli stessi brigatisti.

Il corpo martoriato dell’agente Giulio Rivera

Tra i morti di via Fani c’era, come abbiamo scritto, Giulio Rivera. Quel giovane di ventiquattr’anni era di Gulionesi, in provincia di Campobasso, e l’unica colpa che aveva era quella di indossare una divisa: quella della Polizia di Stato. A Guglionesi, oggi, vivono ancora i suoi familiari. Ma questo non conta. O almeno non conta per l’Osservatorio sulla repressione che, confondendo oppressi e oppressori, e cioè vittime e criminali, ha pensato bene di invitare Barbara Balzerani proprio in Molise, a pochi chilometri da Guglionesi (precisamente a Ferrazzano). Occasione la presentazione di un libro scritto dalla terrorista: “Compagna Luna”, edito da Feltrinelli nel 1998 e ripubblicato quest’anno da Derive Approdi. “Anni settanta, violenza rivoluzionaria”, scrivono i suoi nuovi editori nelle note, e viene da chiedersi cosa ci sia di rivoluzionario nelle parole di una belva assassina (condannata a sei ergastoli) che, oltre allo strage di via Fani, è stata ritenuta responsabile di un’altra serie infamante di atti criminali.  Qui, di rivoluzionario, c’è solo una cosa: l’ipocrisia. L’ipocrisia di chi, di fatto, continua a sbandierare come santini la peggiore teppaglia criminale mai apparsa sul suolo italiano.

Barbara Balzerani, sia detto per inciso, non ci risulta si sia mai pentita o dissociata da quella stagione di odio che ha bagnato di sangue il selciato di infinite strade italiane. Anzi, con orgoglio e disprezzo per chi c’ha lasciato la pelle, si azzarda in paragoni improbabili: “D’altronde – dice – anche Che Guevara non si può considerare un pacifista, eppure è su tutte le magliette”.  Questa sera, alle ore 18 al Teatro del Loto di Ferrazzano, bisognerebbe sì andarci con delle magliette stampate, ma non col volto della Balzerani, bensì con quello del nostro corregionale Giulio Rivera. Sulle magliette si stampano i volti degli eroi, non quelli delle belve.

Difronte a questa notizia, aspettiamo di vedere quale sarà la reazione delle Istituzioni locali. Ci aspettiamo parole di censura e distanza verso l’iniziativa, e ci aspettiamo parola di vicinanza verso la famiglia Rivera e verso la Polizia di Stato. Ce le aspettiamo da parte del presidente della Regione, dai parlamentari molisani (presenti e passati), dai presidenti delle provincie, dai sindaci e da chiunque intenda prendere le distanze da questa iniziativa che, proprio per il luogo in cui si tiene, offende la memoria di tutti i molisani. L’auspicio è che dalla Regione al più piccolo comune del Molise, tutti prendano le distanze da una pagina vergognosa che sta per essere scritta sulla nostra terra. Quella medesima terra dove Giulio Rivera nacque e sotto alla quale riposa, nel piccolo cimitero di Guglionesi.

Poscritto. Chi intendesse partecipare all’incontro con la Balzerani, si rechi all’appuntamento a stomaco vuoto. “Al termine dell’iniziativa – scrivono dall’Osservatorio – ci sarà una cena sociale e Dj set”. Insomma, si mangia e si balla.

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