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venerdì, Marzo 29, 2024

Frattura cerca la quadra per Cotugno assessore. Si va verso l’azzeramento della Giunta

AperturaFrattura cerca la quadra per Cotugno assessore. Si va verso l'azzeramento della Giunta

di PASQUALE DI BELLO

Tira aria di rimpasto in via Genova. Oggi dovrebbe arrivare la soluzione al rebus politico che ha tenuto fuori la seconda forza del centrosinistra, Rialzati Molise, da ogni ruolo governativo e istituzionale. Frattura ha una strada obbligata: azzerare la Giunta e nominare Vincenzo Cotugno assessore.

Sia detto con il dovuto rispetto all’interessato, ma quello della nomina ad assessore di Vincenzo Cotugno è diventato ormai un problema di prostata. Questa cosa, ormai, non la si regge più e bisogna farla: punto e basta. Le ragioni le abbiamo scritte molte volte e sono legate a fattori elementari. Rialzati Molise, movimento in cui Cotugno è stato eletto, ha totalizzato oltre quattordicimila voti ed è, dopo il solo PD, il principale azionista della coalizione che ha determinato la vittoria di Paolo di Laura Frattura. Già questo basterebbe, per la logica e la matematica, ad attribuire al movimento e a Cotugno la dovuta rappresentanza in termini di governo. Non si capisce perché chi ha conseguito un così largo consenso non debba contribuire a delineare il futuro del Molise, specie se l’intento preciso era quello di farla rialzare questa miserrima Regione. Ma la logica e la matematica, si dirà, in politica non contano. In politica contano alchimie indecifrabili, come quella che, buggerando Cotugno, ha portato Vincenzo Niro, proconsole di Mastella tra i sanniti di marca molisana, alla Presidenza del Consiglio regionale. Niro, fateci caso, sembra Fanfani: ha un piglio balneare e non sta zitto e fermo un minuto. Cotugno invece, per restare alla prima Repubblica, sembra La Malfa (padre): il peso che ha sullo stomaco è talmente forte che, come il vecchio leader del Partito repubblicano, quando parla sembra che dalla bocca gli cadano dei sassi invece che parole.

Ora, il discorso su Cotugno sarebbe ben poca cosa se non aprisse invece una riflessione su un altro tema: ci si può fidare di Frattura? O meglio: ci si può ancora fidare di Frattura? Visto che il presidente della Regione aveva già assunto impegni ben precisi con Rialzati Molise. La nostra personale opinione è che sì, ci si può e ci si deve ancora fidare. Non ci si può e non ci si deve fidare (politicamente, s’intende), invece, degli alti papaveri del PD. Come diceva il grande interista Peppino Prisco (che lo diceva a proposito dei dirigenti juventini): se gli stringi la mano, a certa gente, devi poi contarti le dita. Talmente alto è il pericolo che t’abbiano buggerato e, oltre all’affare, t’abbiano fregato anche qualche falange. Eppure, per restare ad un discorso di mani, quando Rialzati Molise annunciò la sua fondazione e l’immediata adesione al centrosinistra, quelli del PD corsero immediatamente a stringere i palmi degli ex avversari, un tempo con Iorio sotto la sigla dell’Adc e passati dall’altro lato della barricata. Sembra di vederli, si stringevano la mano come gli agrari quando hanno appena venduto il vitello. Mani strette, pacche sulla spalla e bevute come usava un tempo, col dito dentro al bicchiere.

Ma, come dice la saggezza popolare, finita la festa gabbato lo santo. Vinte le elezioni, santo Cotugno che era pronto ad uscire dalla chiesa è restato sottochiave, coi ricci fatti e i merletti inamidati. Le quindicimila persone che da mesi lo attendono fuori dal sagrato, per ora restano a cuocersi sotto al sole, con la banda che lustra gli ottoni e aspetta di rendere l’omaggio sonoro al beato Vincenzo. Anzi, al martire. Perché ci vuole una robusta vocazione al martirio per accettare tutto quello che sta accadendo. Ma siamo alla fine della strada. Frattura sembra decisamente intenzionato a mettere mano alla vicenda che, oltremodo, rischia di penalizzarlo gravemente per colpe non sue. Certo, il governatore dovrà trovare uno scatto di reni e mettere il suo stesso partito davanti al fatto compiuto. Dovrà, in poche parole, azzerare la Giunta e azzerare uno dei due assessori del PD. Una terza soluzione non esiste. A meno che Frattura non voglia lasciare le cose come stanno, ma ne dubitiamo. Nonostante una partenza non brillantissima (e chi poteva averla alle condizioni ereditate?), la sua luna di miele con i molisani non è certo terminata. Nei suoi confronti c’è fiducia e attesa e, soprattutto, speranza di cambiamento. Ecco, dia un segnale e il cambiamento lo imponga al suo stesso partito. Un patto e un accordo, come quello di cui abbiamo scritto, se contratto va rispettato. Punto e basta, senza tanti giri di parole. Anche perché se passasse l’idea che si dice una cosa e se ne fa un’altra, allora verrebbe da chiedersi: ma il cambiamento, rispetto al passato, dov’è? In fondo, non è stato proprio Cotugno a dichiarare fiducia incondizionata a Frattura. “Con Frattura presidente: crediamoci!”,  c’era scritto così sui suoi manifesti. O no?

 

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