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giovedì, Maggio 2, 2024

Filiera avicola, a Roma si lavora per una soluzione

AperturaFiliera avicola, a Roma si lavora per una soluzione

di GIOVANNI MINICOZZI

Giornata intensa ieri per Frattura, Scarabeo, Facciolla e Petraroia, impegnati al tavolo aperto presso il Ministero dello sviluppo economico. Si cerca una via d’uscita per salvare la filiera avicola molisana, la più grande in tutto il meridione. Possibile il riassorbimento dei lavoratori trasferiti alla Gam e cassa integrazione per 12-18 mesi.

Sono partiti da Bojano di buon’ora per sollecitare, con la loro presenza, la definizione della vertenza e, soprattutto, il riconoscimento della cassa integrazione ordinaria e di quella in deroga per gli avventizi che li tiene con il fiato sospeso. Centododici dei quattrocento lavoratori della Gam hanno raggiunto la Capitale con due autobus e si sono piazzati in via Molise sotto il ministero dello Sviluppo economico. Con loro le Rsu, i rappresentanti dei sindacati nazionali di categoria, alcuni trasportatori e qualche allevatore. C’erano anche i lavoratori della Codisal Arena che hanno esaurito il periodo di cassa integrazione e sono senza stipendio. Il vertice è cominciato, come previsto alle 15, ed è durato circa cinque ore. Intorno al tavolo, si sono schierati da una parte i sindacati e gli assessori Massimiliano Scarabeo, Vittorino Facciolla, Michele Petraroia con il presidente della Regione, Paolo Frattura e il senatore Roberto Ruta, capogruppo del Pd nella commissione Agricoltura di Palazzo Madama; dall’altra i rappresentanti dei ministeri competenti: Sviluppo Economico, Agricoltura e Lavoro.
La Regione ha esposto il suo piano per rilanciare la più importante filiera avicola del meridione che dà lavoro ad oltre mille persone e che, per di più, è collocata in un’area interna del Molise totalmente coinvolta dalla crisi produttiva e occupazionale. Il presidente Frattura ha quindi chiesto ai rappresentanti dei ministeri e al commissario liquidatore di Solagrital, Danilo Tacchilei, di riassorbire tutti i lavoratori precedentemente trasferiti alla Gam, al fine di garantirgli 12-18 mesi di cassa integrazione. Contestualmente, la Regione si è impegnata a mettere in liquidazione la Gam e ad attivare una nuova società, auspicabilmente composta da allevatori, lavoratori e soci privati per continuare la produzione in attesa del rilancio dell’attività. La Regione comunque – ha assicurato Frattura – farà la sua parte per non far fallire il progetto. Per quanto riguarda  invece, gli avventizi la Regione ha chiesto al governo di finanziare per metà la cassa integrazione in deroga. Dopo un lungo braccio di ferro e qualche nervosismo tra i lavoraratori, i rappresentanti dei ministeri hanno accettato le richieste della Regione, ma hanno anche chiesto una verifica degli impegni assunti che si terrà a Roma il prossimo 5 giugno. Nel frattempo, il governo verificherà la possibilità di accollarsi parzialmente la cassa integrazione in deroga in favore degli avventizi. Insomma, qualche spiraglio si apre sull’intera vertenza che però ancora mantiene con il fiato sospeso centinaia di famiglie.

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