“Chiediamo al ministro e alla Regione Molise – ha detto il segretario della Cgil scuola del Molise, Sergio Sorella – di fare le scelte necessarie perché la conoscenza diventi il riferimento centrale per cambiare un modello di sviluppo ormai al capolinea”.
Con l’approvazione del Documento di economia e finanza da parte del Governo, torna di stretta attualità il problema dei tagli alla scuola pubblica. I sindacati lamentano la mancanza di risorse. L’Italia, infatti, è il paese europeo che investe di meno nella scuola. Se la spesa per l’istruzione nel 2010 si attestava al 4%, nel 2015 scenderà al 3,6.
“Queste scelte dovranno essere riviste – ha spiegato la Cgil Molise – e ridefinite dal nuovo governo, nel segno di un profondo cambio di rotta”. Il sindacato terrà nei prossimi giorni una serie di assemblee per tenere alta l’attenzione sull’argomento anche in Molise. É necessaria più occupazione, dice il sindacato, superare la precarietà, investire nelle infrastrutture, ma anche provvedere al rinnovo del contratto nazionale.
La Cgil spinge, inoltre, per tutelare il diritto allo studio, per innalzare l’obbligo di istruzione fino a 18 anni e per migliorare il sistema della formazione e della ricerca. “Chiediamo al ministro e alla Regione Molise di fare le scelte necessarie perché la conoscenza diventi il riferimento centrale per cambiare un modello di sviluppo ormai al capolinea”, ha detto il segretario della Cgil scuola del Molise, Sergio Sorella.
Intanto, i numeri condannano l’Italia agli ultimi posti in Europa anche sulle strategie per limitare l’abbandono scolastico (al 18, 2 per cento nel nostro paese rispetto alla media europea del 13,5) e per contrastare le diseguaglianze sociali. Solo il 14 per cento dei figli dei ceti meno abbienti si iscrive all’università contro il 59 per cento dei figli dei ceti medio alti.
