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venerdì, Marzo 29, 2024

Chiude la campagna elettorale. Comunque vada, il Molise non sarà più lo stesso

AperturaChiude la campagna elettorale. Comunque vada, il Molise non sarà più lo stesso

di PASQUALE DI BELLO

Si chiude con oggi una campagna elettorale complessa e pervasa da polemiche, veleni e rimescolamenti. Centrodestra e centrosinistra sono un’altra cosa rispetto alle ultime regionali, quelle dell’ottobre 2011. Comunque vada, tra meno di una settimana la geografia politica del Molise sarà completamente trasformata.

Si chiude oggi una campagna elettorale destinata a segnare la storia politica della Regione. Comunque vada, il Molise non sarà più lo stesso. Anche se rivincesse Iorio, orfano com’è dell’armata Patriciello, nemmeno per lui sarà la stessa cosa. Si è di fatto disintegrato tanto il centrodestra quanto il centrosinistra. Se riportiamo l’orologio a ottobre 2011, all’ultima elezione, nulla è più come prima. Pensare che Massimo Romano all’epoca era in coalizione con Paolo Di Laura Frattura, lo riconosceva come suo presidente e in tal guisa esortava i suoi a votarlo, appare oggi come la visione provocata da un potentissimo allucinogeno. E pensare che Paolo Di Laura Frattura, solo un anno e mezzo fa, con Romano c’andava a braccetto e oggi arriva a chiedergli i danni per averne intaccato l’immagine e la reputazione, è un viaggio talmente psichedelico che farebbe impallidire i chimici della Sandoz, scopritori dell’LSD.

Patriciello e Pietracupa, invece, dopo dodici anni di matrimonio con Michele Iorio, sono ricorsi alla Sacra Rota politica ottenendo l’annullamento della vecchia unione per convolare a nuove nozze con Paolo Di Laura Frattura. Con quest’ultimo, è scappato anche Vincenzo Niro dell’Udeur, costringendo Frattura all’acquisto di un letto a tre piazze, come nella migliore tradizione del cinema comico italiano. Ricordate il famoso “Letto a tre piazze” di Totò e Peppino De Filippo? Ecco, a quello siamo, a un lettone dove si giacciono Frattura, Niro e Pietracupa.

A restare con Iorio, dopo le defezioni di Pietracupa e Niro, sono restati altri centristi: Chieffo (Grande sud) e Velardi (Udc), gli unici chierichetti disposti a servire ancora la messa al vecchio curato cascato in disgrazia. Don Iorio, tuttavia, oltre a perdere qualcosa ha anche fatto qualche acquisto. E’ il caso di Giovancarmine Mancini, camerata della Destra di Storace, che l’altra volta, alle scorse regionali, si candidò proprio contro Iorio non lesinandogli critiche e stilettate.

E poi vi sono i marinai partiti per le Indie: Leva, Ruta, Di Sandro, Vitagliano, Scasserra; nomi di peso della politica regionale che hanno deciso di spiegare le vele in direzione di Roma. Anche le loro scelte capitoline contribuiranno e non poco alla definizione della geografia politica regionale. Da quest’ultima scompare Molise Civile, una delle liste protagoniste delle ultime due tornate regionali. Un contenitore civico costruito attorno a Michele Iorio e che oggi non esiste più.

Neonata, invece, è Rivoluzione democratica di Antonio De Lellis insieme a Lavoro, Sport e Sociale di Camillo colella. Al primo dentino da latte sono i grillini guidati da Antonio Federico, che ci riprovano dopo aver fallito l’elezione la scorsa volta per un soffio. Chi invece è già ben piantato sulle gambe è Massimo Romano e il suo movimento, Costruire democrazia. Romano, fuor di dubbio, è stato il principale animatore di questa campagna elettorale. Se ci sono stati dei botti, in questa campagna elettorale li ha sparati lui. Petardi che hanno cambiato i confini della politica molisana. Ora ci tocca solo di aspettare martedì, solo allora capiremo cosa ci aspetta dietro l’angolo delle elezioni.

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