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giovedì, Marzo 28, 2024

Migliaia in piazza per Grillo. Parla di tutto ma si dimentica del Molise

AperturaMigliaia in piazza per Grillo. Parla di tutto ma si dimentica del Molise

di PASQUALE DI BELLO

Migliaia di cittadini in piazza a Campobasso per Beppe Grillo e il suo “Tsunami tour”. Il fondatore del Movimento 5 Stelle tiene banco per oltre un’ora e tocca tutti i temi nazionali a lui cari. Alla fine però, deludendo molte aspettative, non dice nemmeno una parola sul Molise. Chi si attendeva attacchi a Iorio e Frattura oppure l’accenno a fatti e misfatti della politica molisana, è restato a bacca asciutta.

Chi si aspettava di sentirlo parlare di Iorio, Frattura e Patriciello, e chi si aspettava di sentirlo urlare contro inciuci, conflitti d’interesse, pali eolici, biomasse, energia, Zuccherificio, Solagrital, Ittierre, Turbogas e compagnia cantando, se ne sarà tornato a casa infreddolito e deluso. Chi, al contrario, si aspettava di vedere e ascoltare le molte cose (di cui molte condivisibili) che Beppe Grillo va in giro a raccontare per tutta Italia, dal Monte dei Paschi di Siena alla Coca Cola, allora se ne sarà tornato a casa felice e contento. In ogni caso, tra delusi e festanti i cittadini si sono assommati a migliaia in  piazza Municipio di Campobasso per ascoltare il comico genovese. Un folla robusta che ha accolto Beppe Grillo come una sorta di predicatore errante, un Savonarola che non ha di certo deluso le aspettative messianiche: “andate e diffondete il verbo”, ha detto alla fine della serata e seppur l’esortazione contenesse in sé tutti i germi dell’ironia, quello di Grillo un “verbo” lo è realmente e si sta diffondendo in tutta Italia. Dall’ex parà della Repubblica Sociale Italiana, Dario Fo, al cattolico molleggiato, Adriano Celentano, il contagio della buona novella si sta propagando a vista d’occhio. In tutto questo il Molise non fa eccezione, almeno a giudicare dalla piazza colma. Vedremo, agli inizi della prossima settimana, quanto questo contagio si sarà tradotto in voti al Movimento 5 Stelle.

Arriva così anche in Molise lo Tsunami Tour, un’onda gigantesca e che cresce quotidianamente e che sta investendo tutta l’Italia e che è destinata a portare in Parlamento una nutrita pattuglia di deputati e senatori che promettono di aprire il Palazzo “come una scatola di tonno” e svelare scandali e retroscena celati per anni. E’ questo il senso della battaglia di Grillo, una palingenesi che si propone di rispedire a casa tutti i protagonisti di un sistema giudicato marcio e putrescente: dal “nano” Berlusconi a “Gragamella” Bersani a Monti “Padre Merrin” (quello dell’Esorcista). Tutti a casa, compreso “o guaglione”, Giorgio Napolitano a cui Grillo lancia una saetta fulminante: “Se avessimo un vero Capo dello stato – dice riferendosi alla vicenda Monte dei Paschiquesto dovrebbe battere il pugno sul tavolo e urlare: fuori i nomi dei responsabili”. Invece, dice l’inventore di 5  Stelle, Napolitano tace e aggiunge: “Ci penseremo noi, con due Commissioni di inchiesta: la prima che metta sotto processo tutti i vertici del Pds/Pd dal ’95 a oggi e la seconda che metta sotto processo chi doveva controllare: Draghi & Co.”. Ma oltre alla demolizione di partiti e sindacati (“corresponsabili della disintegrazione del lavoro”), Grillo parla anche del suo programma: dal reddito di cittadinanza al wi-fi gratuito per tutti, dall’abolizione delle provincie alla cancellazione dell’Imu, dalla defiscalizzazione degli investimenti alla chiusura di Equitalia alla battaglia per la sanità, la scuola e l’acqua pubblica.

Insomma, Grillo oltre che un mattatore di comprovata esperienza è anche un fiume in piena. Peccato che non abbia speso una parola a parlare del Molise, tranne un generico buffetto a due dei candidati alla presidenza: “Iorio e Frattura, che cazzo fate?”. Eppure materia ce n’era. A dire invece qualche parola sulle vicende regionali c’hanno pensato Antonio Federico, candidato alla presidenza, e gli aspiranti consiglieri regionali e parlamentari. Poche e generiche parole, con un rimando al loro programma “pubblicato su internet”. La serata si chiude così, con le parole dei candidati pronunciate davanti ad una piazza che, terminato il comizio di Grillo, è restata sì nutrita ma in versione dimezzata. Alla fine Grillo che risale sul suo camper e riparte per l’ennesimo appuntamento, il settantatreesimo (quello di Campobasso è stato il settantaduesimo comizio). Passato dal Molise, Grillo ha lasciato di certo il segno per la politica regionale, ma per quel che riguarda la Regione e i sui problemi, Grillo è stato come la temperatura di Bolzano nelle vecchie previsioni del tempo: non pervenuto.

 

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