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venerdì, Aprile 19, 2024

Iorio contro tutti. Il governatore si gioca al maggioritario la partita della vita

AperturaIorio contro tutti. Il governatore si gioca al maggioritario la partita della vita

di PASQUALE DI BELLO

Le prossime elezioni regionali assomigliano sempre più ad un referendum. Una partita che, pronostico alla mano, dovrebbero giocarsi a tre: Iorio, Frattura e Romano. Più che sulle liste proporzionali, sarà al maggioritario che i molisani sceglieranno il prossimo presidente delle Regione. All’orizzonte si intravede un massiccio voto incrociato, in tutte le direzioni.

Con l’esclusione (salvo ribaltoni davanti al Tar) della lista Pdl nella circoscrizione di Isernia, di quella che era la galassia di Iorio, di quel mondo che si ritrovava annualmente in un albergo pentro per il cenone di Natale, sembra di non essere restato più nulla. Centinaia, migliaia di persone tra officianti e ossequianti che sembrano essere sparite nel nulla, inghiottiti da quel buco nero che ha investito il centrodestra e che si è portato via oltre all’argenteria di famiglia (i vari Vitagliano, Di Sandro, Pietracupa) anche quell’entusiasmo che si era riproposto con un moto d’orgoglio la scorsa estate durante la kermesse organizzata da Iorio alla Piana dei mulini. Tutto questo non c’è più ma in Iorio è restata l’intima convinzione, una sorta di fiducia sottotraccia che continua ad alimentare le speranze di resurrezione. Non che sia morto, ma politicamente non si può certo dire che Iorio stia bello in salute come un tempo.

Eppure qualche possibilità potrebbe nascere dalla polarizzazione dello scontro tra i candidati alla presidenza. Senza togliere nulla agli altri competitori, la nostra impressione è che la partita com’era resta, con o senza la lista Pdl nella circoscrizione di Isernia: una partita a tre. Iorio, Frattura e Romano si giocano la presidenza al maggioritario. Uno sguardo a volo d’uccello sulle liste proporzionali è sufficiente a rilevarne l’intima debolezza, vuoi per mancanza di grossi calibri e catalizzatori di voti, vuoi per l’improvvisazione di molte liste, tante delle quali più che al repertorio della politica appartengono a quello della ciabattoneria. Bene, tutto questo vale a spostare la partita dal proporzionale al maggioritario. I molisani più che appassionarsi all’idea che questo o quel candidato diventi consigliere regionale o no, sono interessati a conoscere chi tra i papabili sia destinato a governarli per i prossimi anni. Se prima era lui la lepre, l’unica cosa che oggi cambia è che oggi è Iorio a rincorrere gli avversari, antagonisti che però potrebbero trovarsi ad una incollatura da lui. Il consenso che si è coagulato e si sta coagulando attorno a Massimo Romano (difficile da quantificare) potrebbe essere quello che riduce drasticamente la distanza iniziale tra Frattura e Iorio. Come tre carri alla Carrese di San Martino in Pensilis, i candidati potrebbero ritrovarsi incanalati sulla medesima strada, col cavallo di catena già dentro al carro avversario. Insomma, uno dietro l’altro sino a che vi sarà la possibilità per i tre carri di mettersi su strade diverse e tentare il sorpasso. Questa strada, quella del sorpasso, è quella del voto al maggioritario, cioè il voto per il presidente. Aspettiamoci un voto incrociato di vaste proporzioni, capace di provocare terremoti e sorprese.

Iorio conta su questo ed è al maggioritario che si gioca la partita della vita. Le regionali del prossimo febbraio, più passa il tempo e più assomigliano ad un referendum piuttosto che ad una tornata elettorale. Più che eleggere qualcuno, la scelta appare come un referendum a tre: Iorio, Frattura, Romano. Chi vincerà? Difficile fare previsioni, salvo una: Iorio non è dal notaio per fare testamento. Questo lui lo ha capito e la sua sarà una partita giocata tutta sull’orgoglio, come ogni partita per la vita. Iorio contro tutti: questo lui lo sa. Non siamo altrettanto certi che lo sappiano gli altri. Conterà, e vincerà, chi avrà più carisma e risulterà un vero leader agli occhi dell’elettorato.

 

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