Stanno nella stessa sede a Pescara, in via Torquato Tasso 77, la Silch e la Medix, le due ditte finite sotto inchiesta perché responsabili della fornitura all’Asrem molisana di cateteri venosi, tubicini per la respirazione, disinfettanti destinati alle sale operatorie, scaduti, riconfezionati e rietichettati come se fossero nuovi. Entrambe le società fanno capo alla stessa persona che insieme al suo agente di commercio è indagata per frode, contraffazione e commercializzazione di prodotti contro la salute pubblica. Finora l’indagine condotta dai Nas di Campobasso, coordinati dal comandante Antonio Forciniti, ha portato al sequestro di oltre 30mila confezioni sospette, per un valore di 150mila euro, tra quelle prelevate negli ospedali di Termoli, Larino e Campobasso e quelle trovate nel magazzino di Pescara, anche questo finito sotto sigilli e dove i militari hanno scoperto anche i macchinari che venivano utilizzati per confezionare ed etichettare il materiale scaduto. L’indagine è solo agli inizi, è complessa e delicata, ha ammesso il procuratore capo di Larino Ludovico Vaccaro, perché c’è da capire se le due ditte acquistassero il materiale già scaduto o se invece avevano modo di entrare in possesso di quello smaltito dagli ospedali stessi. Ma soprattutto c’è da verificare la regolarità delle procedure amministrative interne all’Asrem, perché l’anomalia saltata agli occhi degli inquirenti è che i dispositivi venivano pagati anche cinque volte di più rispetto al loro valore. Insomma se fossero stati acquistati direttamente dal produttore si sarebbe risparmiato, e parecchio. Ed è per questo che oggi i Nas sono stati a Isernia dove si trova il Centro Unico degli Acquisti dell’Asrem, che dal 2010 è stato centralizzato nella città pentra e da cui partono gli ordini per tutti gli ospedali. Il nuovo filone d’indagine su cui ora sono a lavoro i carabinieri del Nas è quello del possibile danno erariale.
Farmaci scaduti pagati a ‘peso d’oro’: i Nas a Isernia, l’indagine si allarga
