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venerdì, Aprile 19, 2024

Molise, manca il lavoro ma non la fantasia. La Regione vara un piano di incentivi per l’allevamento di cammelli e la coltivazione di banane e alberi di natale.

AperturaMolise, manca il lavoro ma non la fantasia. La Regione vara un piano di incentivi per l’allevamento di cammelli e la coltivazione di banane e alberi di natale.

di PASQUALE DI BELLO

Svista o fantasia da burocrati? Sul bollettino ufficiale della Regione Molise del 21 dicembre 2012, pubblicato un avviso pubblico finalizzato all’occupazione giovanile e agli incentivi alle imprese, Tra le attività previste l’allevamento di cammelli, la coltivazione di frutta tropicale, canna da zucchero e alberi di natale.

Manca il lavoro, la disoccupazione strangola giovani e meno giovani, ma non è il caso di disperare e piangere. Con un po’ di fantasia, in Molise, la vita per lavoratori e imprese può essere meno grama di quel che si crede. Basta mettersi ad allevare cammelli e coltivare banane o, in alternativa, dedicarsi alla coltura della canna da zucchero (che notoriamente cresce a queste latitudini) o degli alberi di natale. Non stiamo scherzando e quella che state per leggere non è un barzelletta. Tutt’altro, è una storia vera. Di certo è materiale destinato a finire, tra qualche tempo, in uno di quei classici libri riepilogativo-scandalistici (per capirci) alla Rizzo & Stella. Fondamentalmente è una storia, una delle tante, da addebitare a quella burocrazia ai quattro formaggi che fa del Molise una regione al confine tra il ridicolo e il grottesco. Qui la politica non c’entra. Non c’entra Iorio, non c’entra la sua Giunta e non c’entra nessuno dei Consiglieri regionali, né di maggioranza né di opposizione. Gli unici che c’entrano sono quegli occhiuti funzionari che spesso ci capita di incrociare, obesi e pii al far nulla, su e giù per le scale degli assessorati regionali. L’assessorato in questione, è quello alla Lavoro e alla Formazione professionale che, come tutti gli assessorati, è in balia di burocrati che, evidentemente, con una mano scrivono Bandi e Piani e con l’altra girano il sugo per la sera.

E’ successo questo, detta alle spicce: la Regione Molise (delibera 647 del 23 ottobre 2012) ha varato un “Avviso pubblico” finalizzato a incentivare “Percorsi sperimentali di orientamento e consulenza specialistica finalizzati all’occupabilità dei giovani molisani”. L’avviso in questione, fa parte del “Piano Integrato Giovani Molise” (linea di intervento 5) ed è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Molise (edizione straordinaria) n. 32 parte prima, del 21.12.2012. Si tratta di un percorso formativo destinato a giovani entro i 35 anni (60 per la provincia di Campobasso e 40 per quella di Isernia)  che, tra le altre cose, prevede un sistema di incentivi alle imprese, finalizzati alla occupazione. Si qui, nulla quaestio. Ma non è questo il punto: ci mancherebbe che non salutassimo come meritoria una iniziativa destinata a creare lavoro. Quel che ci preme sottolineare, invece, è la praticabilità, e quindi la serietà, dei percorsi imprenditoriali che vengono proposti. Non vorremmo che nessuno si dolesse della nostra curiosità, ma vorremmo conoscere il nome dell’effettivo compilatore dell’elenco di attività contenute nell’avviso pubblico per proporlo come personaggio dell’anno al prossimo Carnevale di Viareggio. Degno di una carnevalata, o se preferite di un pesce d’aprile, è l’elenco delle attività ammissibili agli incentivi regionali. Nominalmente la Regione parla di “percorsi sperimentali”, ed è difficile dargli torto, perché sarà davvero un esperimento ardito allevare cammelli o coltivare banane in Molise. Proprio così, e come abbiamo scritto in premessa non è una barzelletta. C’è scritto proprio così, sul BURM, da pagina 7377 a pagina 7384: sette paginette di comicità allo stato puro dove oltre all’allevamento dei cammelli e camelidi (dromedari, lama e affini) e alla coltivazione di frutta tropicale e sub tropicale, alla coltivazione di canna da zucchero e alberi di natale, la Regione Molise non si fa mancare proprio nulla: per chi volesse dedicarsi ad una sperimentazione meno psichedelica, c’è sempre la coltivazione del riso o la pesca in acque lagunari. Non tutti sanno, infatti, che il Molise non è dove notoriamente si suppone che il Creatore lo abbia messo, cioè nel centro-sud dell’Italia, ma in pianura padana e che il suo fiume principale, contrariamente alla leggenda popolare, non è il Biferno, ma il Po, che nasce sì sul Monviso ma sfocia (meno male!) a Campomarino.

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