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Ricordando l’internamento. Gli italocanadesi durante la seconda guerra mondiale.

Molisani nel mondoRicordando l’internamento. Gli italocanadesi durante la seconda guerra mondiale.

Ricordando l’internamento. Gli italocanadesi durante la seconda guerra mondiale.

Questo il titolo dell’interessantissima manifestazione organizzata dal C.I.B.P.A. (Canadian Italian Business and Professional Association) di Montréal il 12 novembre 2012 nel nuovissimo e moderno Teatro de La Casa d’Italia al n. 505 di rue Jean-Talon Est.

Con il patrocinio del Ministero della Cittadinanza e della Immigrazione del Canada, che ha stanziato circa 170 mila dollari per l’occasione, e del Community Historical Recognition Programme (C.H.R.P.) è stato realizzato un volume, scritto da Joyce Pillarella, che racconta, descrive e fotografa il sopruso che hanno subito centinaia di cittadini italiani emigrati in Canada, a Montréal in particolare, dal 10 giugno del 1940 con l’internamento nel campo di Petawawa in Ontario, tra loro diversi cittadini di origine molisana.

Joyce Pillarella ha voluto lasciare questo documento scritto perchè toccata direttamente dalla vicenda in quanto il nonno, Nicola Germano, fu internato e molte testimonianze rischiavano di essere perdute perchè molti scelsero di non tramandarle.

Questa, brevemente, la storia:

il 10 giugno del 1940, dal balcone di Palazzo Venezia a Roma, Benito Mussolini dichiara guerra alla Gran Bretagna ed alla Francia. Il Primo Ministro Canadese Mackenzie King dichiara guerra all’Italia. La Gendarmeria Reale Canadese (RCMP) inizia ad arrestare gli italocanadesi che, a suo giudizio, potrebbero essere potenziali sabotatori. La polizia provinciale ferma e perquisisce individui dall’aspetto italiano che percorrono i ponti e le strade che si allontanano da Montréal. La RCMP fa irruzione nella Casa d’Italia  e nelle attività gestite da italiani e ne sequestra locali, soldi, documenti e mercanzie. Le abitazioni di questi individui, solo per il fatto che erano di origine italiana, vengono passate al setaccio in cerca di armi e di documenti che ne attestassero la “pericolosità” nei confronti dello Stato Canadese.

La bandiera italiana è rimossa dal Consolato d’Italia i cui uffici vengono chiusi e sigillati. La città di Montréal sospende i sussidi agli stranieri “nemici” e circa 600 uomini italiani in tutto il Canada (un terzo di Montréal) sono arrestati nelle loro case, nelle loro attività, per strada o a lavoro.

Ogni arresto viene effettuato da due Agenti della RCMP che, senza alcuna motivazione, dicono ai congiunti dell’uomo di non preoccuparsi perchè si tratta solo di una formalità e che sarebbero tornati presto nelle loro famiglie.

I bambini che allora assistettero agli arresti ricordano che i loro padri rimasero calmi e non cercarono di resistere e ricordano bene, invece, il turbamento e l’angoscia delle madri che non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Nei giorni seguenti migliaia di italiani si mettono in fila davanti al quartier generale della RCMP per farsi registrare e farsi prendere le impronte digitali e, insieme agli uomini, centinaia di donne per cercare di avere, invano, notizie sui loro mariti arrestati.

I P.O.W. (Prisoner Of War, prigionieri di guerra), che rimasero internati per circa 4 anni nel campo di Petawawa, avevano diritto a scrivere alla famiglia delle lettere che, prima di essere recapitate, venivano passate al setaccio della censura che cancellava le parole o le frasi giudicate inappropriate. Prima della liberazione definitiva agli uomini internati fu imposto di non raccontare cosa fosse successo all’interno del campo e gli fu fatto firmare un impegno che non avrebbero mai raccontato della loro prigionia pena l’arresto immediato.

Questo è stato il motivo del silenzio, della paura a raccontare i fatti, le esperienze tristi e gli accadimenti violenti di quel periodo buio del Canada.

Un primo passo del Governo Canadese per riconoscere l’errore commesso 72 anni fa in attesa che tutto il Parlamento Canadese possa, con un provvedimento ufficiale, prendere atto dello sbaglio fatto nel 1940 e, di conseguenza, chiedere scusa agli Italiani.

La serata, che ha visto la partecipazione di tutti i familiari degli internati e gli interventi del Ministro del Governo Canadese per la Cooperazione Internazionale Julian Fantino, del Console Generale d’Italia a Montréal Enrico Padula, del Presidente della CIBPA Roberto Rinaldi, della Presidente della Casa d’Italia Angela Minicucci, dell’autrice del volume “Ricordando l’internamento” Joyce Pillarella, si è conclusa con l’emozionante inaugurazione di una scultura in bronzo che è stata posizionata all’ingresso principale della Casa d’Italia e realizzata dallo sculture italo canadese, originario di Casacalenda, Egidio Vincelli.

Lo scultore, con la sua opera d’arte alta circa tre metri, interpreta gli avvenimenti in modo simbolico  e, piuttosto che vedere l’internamento come un capitolo isolato della storia italocanadese, l’ha contestualizzata come parte della narrazione dell’immigrazione italiana.

Considerata l’importanza dell’avvenimento ed il fatto che la Direttrice della Casa d’Italia, Angela Minicucci, ed Egidio Vincelli sono originari di Casacalenda, Marco Gagliardi, Sindaco del piccolo paese molisano, ha presenziato all’evento portando il saluto di tutto il Molise.

 

Montréal, 16 dicembre 2012

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