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lunedì, Aprile 29, 2024

Corruzione sui bolli auto, pioggia di arresti Nelle carte anche uno dei figli del Senatùr

FocusCorruzione sui bolli auto, pioggia di arresti Nelle carte anche uno dei figli del Senatùr

Viaggi alle Galapagos, penne d’oro, orologi e bustarelle da migliaia di euro. Li prendevano funzionari regionali di Piemonte, Veneto e Campania, in cambio di bandi architettati ad hoc per concedere illegalmente l’appalto della riscossione delle tasse automobilistiche regionali alla Gec Spa. Società composta per il 50 per cento da privati e per il resto da banche del Cuneese, come le Casse di risparmio di Bra, Fossano, Saluzzo, Savigliano, avrebbe intascato 50 milioni di euro in sette anni, di cui 20 a danno della Regione Piemonte. In manette sono finite 15 persone, dopo un anno di indagini dei carabinieri del comando provinciale di Torino. I reati vanno dalla turbativa d’asta, all’associazione a delinquere, alla corruzione e concussione. Un aspetto su cui l’inchiesta sta proseguendo è quello delle sponsorizzazioni di Gec, legate alla creazione di fondi neri. I magistrati stanno concentrando l’attenzione su due piloti di rally, Luca Betti e il figlio di Umberto Bossi, Riccardo. Il figlio del leader del Carroccio non è indagato. Ma compare nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe Salerno.

GLI ARRESTI – Sono stati arrestati tutti i vertici della Gec, a partire dal presidente Alessandro Otella, gli amministratori della Engineering Spa, azienda di cui Gec si serviva per l’informatica, e i dirigenti regionali infedeli che hanno permesso la truffa. Alla Gec sono stati apposti i sigilli e si trova in amministrazione giudiziaria. In Piemonte ha avuto il monopolio della riscossione del bollo auto dal 2007. Il «modello subalpino» è stato esportato in Veneto nel 2009 – anno in cui fu emanato il bando della gara, che ora è sospesa – e in Campania, dove il bando è stato emesso nel marzo del 2010. Le indagini sono partite proprio perché alcune società escluse dalla gara d’appalto in Piemonte nel 2009 avevano fatto sia ricorso al Tar del Piemonte, vincendolo, che denuncia ai carabinieri.

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