Una nuova ricerca australiana ha dimostrato che i principali fiumi del mondo risultano sotto pressione e vedono ridurre da anni drasticamente i propri quantitativi di acqua a causa delle attività dell’uomo. Una situazione resa ancora più drammatica dai cambiamenti climatici.
Lo studio è stato promosso da Jamie Pittock dell’Australian National University, direttore dell’International Programs for the Unesco Chair in Water Economics and Transboundary Water Governance. La ricerca è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
Lo studio ha rivelato che i fiumi Colorado e Orange-Senqu non hanno raggiunto gli “environmental flows”, cioè i parametri ambientali che descrivono la quantità, la durata e la qualità dei flussi d’acqua richiesti per sostenere gli ecosistemi dei corsi d’acqua dolce. Una situazione preoccupante da una prospettiva ambientale che riguarda anche il cinese fiume Giallo e il Murray-Darling ancora sotto pressione nonostante gli interventi di conservazione governativi.
I fiumi risultano “stressati” dall’esterema siccità o dalle estese inondazioni. Ostacoli principali alla sopravvivenza del benessere di questi grandi fiumi sono l’eccessivo sfruttamento e l’aumento dell’estrazione dell’acqua e i cambiamenti climatici.