Per i giudici della Corte d’Assise d’Appello, Magdalena Stoika, la badante rumena, ha ucciso a coltellate Antonio Cammisa, l’anziano di Ururi di 80 anni. E’ stata condannata a 18 anni e tre mesi. L’omicidio nella primavera del 2010. Era stata assolta in primo grado. Per lei le accuse omicidio volontario e simulazione di reato. Dopo 5 ore di camera di consiglio il verdetto. Assolta, invece, l’altra rumena, Ionela Tinu, come in primo grado. Il procuratore generale, Claudio Di Ruzza, aveva chiesto la condanna a 16 anni per la Stoika, per entrambi i reati e a un anno e sei mesi per la Tinu, solo per la simulazione. Accolta anche la richiesta del procuratore di ripristino della misura cautelare in carcere per Magdalena Stoika, che dopo la prima sentenza era tornata libera. Per la Tinu, come avanzato sempre dal Procuratore, inviati gli atti alla Procura di Larino per il reato di favoreggiamento. “Giustizia è stata fatta per il barbaro omicidio di un uomo anziano – ha detto Di Ruzza – l’impianto della sentenza di primo grado modificata secondo le richieste d’appello”
Questo invece il commento di Marco Ciarfeo, avvocato di Parte Civile, che rappresenta i nipoti di Antonio Cammisa
Sulla sessa linea l’avvocato di Parte Civile, Marco Ciarfeo. Immanuel Aloè, difensore di Alina Tinu, ha commentato dicendo che lui è soddisfatto e non c’è interesse di alcuno andare in Cassazione. “Per la Tinu la vicenda è chiusa – ha continuato – staremo a vedere cosa accadrà per il favoreggiamento, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza”
Nessun commento, invece, dai legali della Stoika, Annamaria Petrei Castelli e Annalisa Cetrullo, che comunque hanno annunciato ricorso in Cassazione.