Incredibile ma vero: anche la nostra cara vecchia Italia, con un carattere non spiccatamente propenso alle novità , culla fra le sue braccia un piccolo popolo variegato di ecovillaggi. No, non stiamo parlando di villaggi turistici a sfondo ambientalista, ma di proprietà suddivise in piccoli nuclei abitativi, in cui gruppi di persone decidono intenzionalmente di condividere la propria vita. L’ecovillaggio, nipote delle Comuni, cugino del cohousing e figlio dell’era della comunicazione e della tecnologia, è un luogo in cui le relazioni sono considerate una fonte di ricchezza di cui avere costantemente cura, e in cui si recupera un rapporto diretto con la natura. Lungo lo Stivale, più di venti ecovillaggi, composti da una media di quindici persone, risparmiano e minimizzano il loro impatto ambientale grazie alla condivisione e ad una serie di buone pratiche. Stiamo parlando di una famiglia intergenerazionale e internazionale collegata ai grandi cambiamenti globali. Un laboratorio di vita che richiede partecipazione, che si traduce in un cambiamento concreto per se stessi e per la Terra. Ogni estate, la Rete Italiana Villaggi Ecologici (Rive) si riunisce quattro giorni per scambiare esperienze, conoscenze, e fare proposte. Quest’anno sono stati presentati ben venti nuovi progetti. Andiamo a conoscerli.



