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venerdì, Maggio 3, 2024

Elezioni annullate. I Consiglieri chiedono i danni alla Corte d’Appello

AperturaElezioni annullate. I Consiglieri chiedono i danni alla Corte d’Appello

L’annullamento delle elezioni regionali del Molise rischia di innescare una serie di reazioni a catena. Tra queste una pesantissima azione risarcitoria nei confronti dei magistrati di Corte d’Appello che hanno riammesso la lista di Molise civile e la candidatura di Nico Romagnuolo, in un primo momento esclusi. Pronti a muoversi verso i giudici molti consiglieri, di maggioranza e opposizione, che attendono solo la pronuncia ufficiale del Consiglio di Stato.

La politica molisana è come il fritto misto, quello alla romana, dove nella stessa pentola e nello stesso olio friggono i cavolfiori e le melanzane, gli zucchini e i cardi, la mozzarella e persino i cervelli di abbacchio o di vitello. Insomma, se a Roma non si fanno mancare niente a Campobasso nemmeno scherzano. Qui, però, nella stessa padella e nello stesso olio lorsignori da un anno stanno friggendo, oltre ai cabasisi (per dirla alla Camilleri) anche la pazienza dei molisani. Tar, Consiglio di Stato, Corte costituzionale, ricorsi e controricorsi, appelli e contrappelli, tutto continua a sfrigolare come se l’intera Regione fosse finita in una padella istituzionale dalla quale nessuno riesce a uscire e dove tutti rischiano di scivolare e fracassarsi l’osso del collo.

I prossimi candidati allo scivolo regionale sono tre giudici: i magistrati della Corte d’Appello di Campobasso Di Croce, Saporiti e Parise che rischiano una pesantissima azione di risarcimento danni qualora il Consiglio di Stato dovesse confermare l’annullamento delle elezioni regionali dell’ottobre 2011. I tre giudici sono i componenti del collegio di Corte d’Appello che riammise la candidatura di Nico Romagnuolo (Progetto Molise) e la lista di Molise Civile, in un primo momento esclusi dall’Ufficio elettorale centrale. Gli stessi motivi (la mancata autentica della candidatura di Romagnuolo e il numero insufficiente di firme di Molise Civile per la presentazione della lista) sono alla base del ricorso accolto dal Tar e tuttora sub judice a Roma davanti ai magistrati di Palazzo Spada.

L’indiscrezione rivelata lo scorso venerdì dal Giornale del Molise, quella di una conferma dell’annullamento delle elezioni, ha scatenato molti consiglieri che già da tempo tenevano in canna l’arma dell’azione risarcitoria. Questo è il loro ragionamento: se la Corte d’Appello non avesse riammesso chi era già stato escluso, le elezioni non avrebbero presentato punti di irregolarità e quindi chi fosse stato eletto non avrebbe rischiato il “posto” come oggi. Prendiamo, ad esempio le due principali liste, Pdl e Pd (ma il discorso vale per tutti coloro che hanno presentato liste e candidature regolari), e i rispettivi consiglieri eletti: verrebbero tutti fatti fuori in un sol colpo e per colpa di altri. La situazione, a guardarci bene e per chi volesse fare un parallelo, è ben diversa da quella che si verificò ai tempi del ricorso di Iorio contro Di Stasi. All’epoca la lista contestata, quella dell’Udeur (o come diavolo si chiamava all’epoca il partito di Mastella) non fu esclusa in prima battuta e poi riammessa in seconda. Fu ammessa subito e poi furono Tar e Consiglio di Stato a decretarne la irregolare ammissione. Non vi fu quindi un passaggio intermedio, come nel caso attuale, che sanò il vizio. Dovendo ora prendere atto di quanto sancito dal Tar e di quanto in arrivo (probabilmente) dal Consiglio di Stato, quel vizio sanato non lo sarebbe più. Di conseguenza chi ha sbagliato, dicono i consiglieri (molti, quasi tutti), ora paghi.

Finirà quindi in caciara, qualora il Consiglio di Stato confermi l’annullamento. Partiranno a raffica una serie di azioni risarcitorie verso i giudici della Corte d’Appello che, se ritenuti responsabili, dovranno mettere mano al portafogli. Anzi no. A pagare per loro sarà Pantalone, cioè lo Stato, quindi tutti i cittadini. Compresi quelli molisani cui, in questo caso, oltre alle classiche corna toccheranno le altrettanto classiche mazzate.

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