La Commissione europea ha deferito oggi l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per non aver adottato misure al fine di attuare adeguatamente la legislazione Ue in tema di licenziamenti collettivi e ha chiesto a giudici di Lussemburgo di condannare Roma ad una multa di 56 milioni di euro per il mancato rispetto della sentenza con cui il nostro paese era stato già riconosciuto colpevole per centinaia di discariche illegali e omessi controlli nella gestione dei rifiuti.
Per quanto riguarda il primo aspetto, la direttiva 98/59/CE obbliga i datori di lavoro che prevedono di effettuare licenziamenti collettivi di procedere a consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori al fine di giungere a un accordo.
Nelle consultazioni, ricorda Bruxelles in una nota, devono essere esaminate le possibilità di evitare i licenziamenti collettivi o di ridurre il numero di lavoratori interessati, nonchè di attenuare le conseguenze dei licenziamenti ricorrendo a misure sociali di accompagnamento intese in particolare a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati. La legislazione e la giurisprudenza italiane escludono attualmente i dirigenti dalle garanzie procedurali legate all’informazione e alla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori sul posto di lavoro.