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domenica, Maggio 19, 2024

Il ruolo del trascendente nella storia : tra sete di conoscenza, discussione e desiderio di eternità

EditorialiIl ruolo del trascendente nella storia : tra sete di conoscenza, discussione e desiderio di eternità

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di GIANPIO D’ADDARIO

Cosa è esattamente una  religione? E’ forse parte di ciò che ci permetterebbe di decifrare, comprendere la vita, ciò che avviene intorno a noi  e sopra di noi? Qual è esattamente,la linea di demarcazione tra la fede, l’assenza di questa o il suo stesso rifiuto?

Oggi come ieri, il ruolo delle religioni assume più o meno importanza in società culturalmente simili o diverse tra loro, comunque la si pensi. Come definire dunque, il concetto di religione? Nell’ambito delle scienze sociali, in particolare secondo Taylor, la religione è definibile come “un insieme di credenze, riguardanti il trascendente che si accompagnano a pratiche di vita e rituali, che in ogni società, svolgono funzioni psicologiche e socio-culturali”. Pratiche di vita? Certamente differiscono sulla base del singolo credo o dottrina religiosa, ma potrebbe allora, la dottrina di una singola religione, condizionare le nostre condotte di vita, ed orientare le nostre scelte o parte di esse? Ciò presuppone di sicuro la fede (fidex quindi fiducia) che però, in contesti sociali quali quello medio Orientale, è quasi sempre trasmessa immutabilmente per generazioni ed a volte imposta, anche ai non nativi di un Paese altro, che si rechino in quelle zone del mondo (si pensi  all’islam in Arabia saudita). Qualora la fede fosse invece assente, o ritenuta non necessaria, sarebbero forse non urgenti o pressoché nulle, risposte a quesiti del tipo : chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Cosa ci spinge dunque da sempre, ad “alzare lo sguardo al cielo” oppure no ? la risposta potrebbe risiedere, chiaramente senza limiti culturali o fattori che possano favorire la trasmissione generazionale, in un semplice aspetto : la ragione. Potremmo così pensare a come ad esempio, Karl Marx, ritenesse la religione “oppio dei popoli”, tesi che dipese forse, anche dal periodo storico ottocentesco, ed in particolare dalla condizione lavorativa e sociale del tempo, se si esclude la piena convinzione dello stesso Marx  nelle sue teorie. E’ però innegabile, che si possa anche intendere le religioni come una sorta di vaso di Pandora, che una volta trovato ed aperto, sarebbe forse in grado di placare il bisogno umano di ordine spirituale e trascendenza. A tal proposito, un caso particolare era quello  delle antiche popolazioni del Messico, in epoca pre-colombiana : i Maya infatti, ritenevano l’intero cosmo ed il sole in particolare, vere e proprie divinità predeterminate, che se non servite adeguatamente, con offerte che includevano anche sacrifici umani, potevano non proseguire il loro cammino, volto al rinnovamento della natura e delle stagioni, così come l’alternarsi del giorno e della notte. Volendo proseguire nel tempo, potremmo citare anche il Giappone di epoca feudale che, con l’introduzione del Buddhismo (intorno al 552), ha visto un aumento di impegno nell’arte del combattimento e del sacrificio estremo del sé, da parte dei Samurai, i quali certi della reincarnazione, riuscirono a superare il timore della morte. Cosa li spinse a gesti simili? La follia? Lo spirito di dedizione ed estremo sacrificio per lo Shogun? Forse le religioni tutte, prevaricano il sistema di credenze esistente, rendendoci aperti a qualcosa di straordinario, pur se invisibile ai nostri occhi? E’ possibile strumentalizzarne gli aspetti? Hitler in particolare, riteneva di avere un ruolo divino, in qualità di cancelliere tedesco e giustificava le sue azioni, riferendosi a Dio nei suoi discorsi.  E’ possibile però, anche che fede e ragione possano coesistere? Secondo il Papa emerito Benedetto XVI, decisamente e necessariamente si. Come non ricordare a settembre 2006 il celebre discorso di Ratisbona, in cui Ratzinger puntualizzò anche tale questione, fondamentale per la libertà di accettazione o meno di una fede con annessa dottrina, tutto senza costrizione alcuna e tramite la ragione, che assume importanza primaria. Ciò che è importante sottolineare infine è l’importanza dell’uomo in un “binomio indissolubile” che lega ogni credo religioso all’uomo, questo poiché le pratiche religiose stesse, sarebbero vuote e prive di senso, qualora l’essere umano non fosse più o meno coinvolto in esse in base alla libera scelta personale, anche a volte, “per esclusione” come affermato ad esempio da Paolo Brosio, componente questa, che ci sprona a cercare noi stessi nel rapportarci ad ogni cosa ed ogni individuo, forse con sempre qualcosa in più da indagare e capire.

 

 

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