Nonostante Isernia sia per molti studiosi la terra di San Pietro Celestino, in città la ricorrenza più sentita è quella dei Santi Cosma e Damiano. Non c’è un perché, è una tradizione che si è consolidata nei secoli e che resiste nel tempo. Almeno in parte il grande coinvolgimento dei fedeli può essere riconducibile alle guarigioni attribuite ai santi medici. Ma non è l’unico motivo: i santi Cosma e Damiano – ha ricordato il vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, mons. Camillo Cibotti – non si limitavano alla cura del corpo, ma anche a quella dell’anima. Certo è che questa festa religiosa, celebrata ovunque, a Isernia assume contorni particolari: si ha l’impressione che il legame con i santi medici sia ancora più profondo. Una delle possibili spiegazioni tra fondamento dal ritrovamento casuale di alcune reliquie dei Santi Medici, avvenuto negli anni ’80, proprio all’eremo. Ebbene quelle reliquie – ha detto il vicario della diocesi, mons. Claudio Palumbo – risalgono ai primi secoli dopo Cristo. E ciò non fa altro che confermare che il culto ha origini che si perdono davvero nella notte dei tempi. La festa “isernina” è molto sentita anche dai fedeli di Olivella, frazione di Sant’Elia Fiumerapido. Ogni anno partecipano in massa: a loro, infatti, viene riservato il diritto di accompagnare la processione dell’andata, quella che dalla cattedrale porta all’eremo. Saltare un solo anno, significherebbe perdere questo diritto. Ma il problema non si pone, dicono convinti i fedeli dell’Olivella: ogni anno, il 26 settembre, si lascia tutto e si va a Isernia. La devozione ai santi Cosma e Damiano viene prima di ogni altra cosa.
Isernia in festa per i santi medici Cosma e Damiano
