di ANNA MARIA DI MATTEO
Si annuncia un Ferragosto all’insegna della polemica. Al centro , resta il problema delle aperture delle attività anche nei giorni festivi. Ed anche il 15 agosto, molti negozi della grande distribuzione resteranno aperti. Una decisione contro la quale si è schierato il sindacato Uiltucs, che invita i consumatori a rinunciare alla spesa, in una giornata che dovrebbe essere di svago e di riposo per tutti, compresi i lavoratori della grande distribuzione.
«La parola d’ordine dovrebbe essere boicottaggio – ha detto Pasquale Guarracino segretario generale Uiltucs Molise – perché se nessuno andasse a fare la spesa nei giorni di festa forse i proprietari dei supermercati si renderebbero conto che le aperture straordinarie non servono».
L’attenzione sul commercio e sulla sua liberalizzazione resta alta. Un tema del quale si discute da anni, da quando, cioè, è stata data ampia libertà alle attività commerciali di gestire gli orari e le giornate di apertura, comprese, quelle festive.
«La liberalizzazione scriteriata sul commercio, come questi anni hanno dimostrato, non è stata la risposta alla crisi economica – ha aggiunto il sindacalista – ma ha causato, al contrario, soltanto la chiusura forzata delle piccole e medie attività, oltre ad aver costretto i lavoratori della grande distribuzione ad enormi sacrifici a discapito di feste, affetti e riposo. Per i consumatori non sarà una grossa rinuncia evitare di entrare nei negozi nella giornata di Ferragosto», ha concluso Guarracino che ha annunciato altre iniziative per chiedere una regolamentazione seria del commercio, completamente allo sbando, senza controlli, in piena difficoltà.
I dati parlano chiaro: i consumatori spendono sempre meno e non solo per i beni voluttuari. Anche sui generi di prima necessità si è abbattuta la mannaia della crisi, mettendo in ginocchio le piccole attività commerciali che non riescono più a tenere il passo e con la grande distribuzione che, nonostante le aperture domenicali a malapena resta a galla. Ma fino a quando? Occorre perciò, ed è questa la richiesta dei sindacati, una attenta revisione della legge del settore, apportando le modifiche necessarie alla ripresa del commercio e al miglioramento delle condizioni di vita di chi ci lavora.