di MINO DENTIZZI
Ultimamente è esplosa la polemica sulla sospensione all’ospedale Cardarelli di Campobasso dei ricoveri ordinari, come quella sulla presunta pericolosità sempre dello stesso Ospedale in caso di sisma.
Nel mentre in Molise due ospedali pubblici si smantellano (Larino e Venafro), un terzo funzionerà come presidio ospedaliero per le zone disagiate (Agnone), gli altri (Campobasso, Isernia e Termoli) sono ridimensionati secondo gli standard del decreto ministeriale Balduzzi: in maniera ragionieristica si applicano tali standard senza pensare che gli ospedali hanno bisogno di essere profondamente ripensati sia dal punto di vista funzionale che architettonico. La qualità, l’efficienza e l’efficacia di un servizio socio-sanitario sono assolutamente collegate ad un’accorta e corretta progettazione, realizzazione e manutenzione delle strutture ospedaliere in cui devono essere contemplate tutte le disparate esigenze degli utenti e degli operatori che interagiscono al loro interno. I cambiamenti sociali, economici e politici condizionano prepotentemente i luoghi di cura. Sono le relazioni tra i svariati elementi in gioco che, trasformando i bisogni della società, modificano a loro volta le modalità con cui un ambiente ospedaliero risponde alle nuove necessità. Per poter riprogettare e/o rimodulare le strutture ospedaliere molisane bisogna sapere la storia e le istanze sociali odierne per acquisire sempre più la capacità di saper anticipare le necessità di domani. Storicamente gli ospedali si definivano esclusivamente come spazi in cui il ricovero, il posto letto si collocava al centro dell’intero sistema. Ma con il progresso delle conoscenze scientifiche e delle sue applicazioni e lo sviluppo della informatica, queste strutture vengono sempre più integrate con l’ inclusione di funzioni per la formazione, la ricerca e i servizi. Le indispensabili caratteristiche innovative che non devono mancare dovrebbero essere la flessibilità, la sostenibilità, l’introduzione di spazi verdi, il ripensare l’ospedale quale opportunità di rigenerazione urbana, considerando che gli studi sulla relazione ambiente-costruito e salute in rapporto agli aspetti sociali nei sistemi socio-sanitari dimostrano come il design degli ambienti e gli aspetti sociali ad esso collegati abbiano rilevanti effetti positivi sul benessere e sulla salute degli utenti, quali pazienti, visitatori e operatori sanitari. Riguardo a come devono essere i futuri ospedali, l’indirizzo che sempre più prende piede è quello di creare sistemi socio-sanitari in cui siano sviluppate eccellenze a vario livello sulle diverse specializzazioni cliniche. Questo sottintende uno potenziamento di reti infrastrutturali per la salute distribuite sull’intero territorio. Infatti, le architetture per la salute riservate alle cure primarie avranno sempre più parte attiva nelle città e nei paesi e nella per la prevenzione e la promozione della salute e l’utente si recherà in ospedale solo per interventi e visite specialistiche. In questa direzione, per garantire di continuo l’accesso ai servizi, soddisfare le necessità dei cittadini e fare diventare più efficiente ed efficace il sistema sanitario, bisogna potenziare la rete infrastrutturale della salute che si rapporta con i paesi e il territorio in modo capillare attraverso, ad esempio, quelle che sono le attuali tendenze nell’ambito della progettazione delle case per la salute e gli ospedali di comunità. |
Ma forse è chiedere troppo a chi pensa solo a far diminuire i costi.