La crisi finanziaria è finita, quella economica no. Lo ha detto l’ex premier Mario Monti, lo ribadisce Confcommercio che analizzando il proprio indicatore dei consumi rincara la dose: “Il 2012 è stato il peggior anno del dopoguerra”. A novembre c’è stato un altro calo del 2,9% rispetto al 2011 e dello 0,1% su ottobre. Di più: i dati relativi ai primi 11 mesi mostrano “con una certa evidenza come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l’anno con la più elevata riduzione registrata dall’inizio delle serie storiche”.
A risollevare le sorti dei consumi non sono bastati gli acquisti nel periodo di festa che – anzi – si sono trasformati in un ulteriore indizio di come “la crisi sia ancora ben presente all’interno del sistema economico. Difficilmente – spiega Confcommercio in una nota – la nostra economia, ed i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento”. E, come se non bastasse, l’Istat certifica il crollo del potere di acquisto delle famiglie: nei primi 9 mesi del 2012 è calato del 4,1% rispetto al 2011. Tra i pochi segnali positivi “la fase di ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche”. Secondo Confcommercio a gennaio l’indice dei prezzial consumo aumenterà dello 0,3%, con un tasso di crescita tendenziale pari al 2,3%.
Il clima di fiducia delle famiglie, nonostante un moderato recupero a dicembre, “non impedisce alle famiglie stesse di continuare a percepire un peggioramentodella propria condizione economica, elemento che ne frena le capacità di spesa. Il sentiment delle imprese, che riflette in misura più marcata le reali condizioni del mercato, si è attestato, sempre a dicembre, sui livelli minimi degli ultimi anni. Stando alle stime diConfindustria, a novembre la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,6% in termini congiunturali e gli ordinativi si collocano ai minimi degli ultimi mesi, con un deterioramento significativo di quelli provenienti dall’interno”.