di ANNA MARIA DI MATTEO
In Molise, quattro famiglie su dieci sono a rischio povertà o esclusione sociale. Il dato emerge dallo studio realizzato dalla Cisl sulla situazione economica molisana. Il quadro che viene fuori è drammatico.
Il Molise è la regione maggiormente colpita dalla recessione, iniziata nel 2008 e che continua a far sentire i suoi effetti negativi ancora oggi.
E nonostante la ripresa del prodotto interno lordo, rilevata dall’Istat già a partire dal 2014, i sei anni di congiuntura economica negativa hanno lasciato il segno in una economia già fragile, come quella del Molise.
Secondo la Cisl, i redditi dei molisani sono molto più bassi rispetto alla media nazionale. Ma a preoccupare è il divario che esiste tra gli stessi cittadini: il 70% della popolazione non percepisce neppure il 40% del reddito regionale.
Imprese sempre più in difficoltà a causa della brusca frenata della domanda interna e della flessione degli investimenti e molte aziende sane e dunque non solo quelle che erano già in crisi, non sono riuscite a superare un periodo di recessione così lungo e pesante.
Settore produttivo ed imprenditoriale alla canna del gas, con l’edilizia letteralmente in ginocchio che ha perso la metà degli addetti. E’ scesa la cassa integrazione, si è dimezzata quella ordinaria e va esaurendosi la deroga, mentre si registra una vera e propria impennata nell’area di Campobasso.
L’unico spiraglio è rappresentato dall’occupazione che è tornata a salire, ma oggi, ha ricordato il sindacato, rispetto al 2008, mancano all’appello ancora 11mila posti di lavoro. Il tasso di attività è ancora troppo distante da quella che è la media nazionale.
Il Molise rimane ancora in coda alla graduatoria, detenendo dunque saldamente il triste primato di una regione ancora in piena recessione, con la povertà che cresce e aggredisce un numero sempre maggiore di famiglie.
