Nuova bufera sull’olio d’oliva. Il Pm di Torino Raffaele Guariniello ha contestato ai rappresentanti legali di una decina di aziende del settore il reato di frode in commercio. Coinvolti diversi brand molto conosciuti del settore (alcuni dei quali, a dispetto dell’italianità del nome, di proprietà straniera): dalla Carapelli alla Bertolli, dalla Sasso alla Santa Sabina, da Coricelli ad Antica Badia e a Primadonna.
L’indagine è partita da una segnalazione (emersa a maggio scorso) di una testata di tutela dei consumatori (Test) che alcuni mesi fa aveva preso in esame 20 diverse bottiglie di olio extravergine d’oliva declassandone ben 9 per la presenza di difetti organolettici o per il mancato rispetto di alcuni parametri chimici. La segnalazione della rivista è quindi alla base dell’indagine aperta dal Procuratore di Torino nella quale i laboratori delle agenzie delle Dogane hanno esaminato i campioni prelevati dai carabinieri dei Nas concludendo che il prodotto, a differenza di quanto indicato in etichetta, «non era extravergine». Pertanto tali confezioni vanno declassate a olio “vergine” perché dai controlli chimico fisici effettuati è emerso che non rientrano nei principali parametri di acidità, perossidi e alchil esteri.


