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venerdì, Novembre 14, 2025

La Procura di Campobasso ha chiesto il processo per l’ex questore Pozzo e Giuliana Frattura: informarono gli indagati

AperturaLa Procura di Campobasso ha chiesto il processo per l'ex questore Pozzo e Giuliana Frattura: informarono gli indagati

prev2di GIOVANNI DI TOTA

Erano stati insieme a Martina Franca, insieme erano arrivati a Campobasso. Ai piani alti di via Tiberio, Gian Carlo Pozzo alla guida della Questura. Giuseppe Annicchiarico dirigente della Squadra Mobile. Alti funzionari a tutela della legalità e dei diritti dei cittadini. Oggi entrambi al centro di vicende giudiziarie che li vedono indagati. L’ex questore di Campobasso per rivelazioni di segreto d’ufficio. Il commissario per aver arrestato due persone innocenti dopo aver manipolato gli atti dell’inchiesta.
Il 28 gennaio, insieme a Pozzo, sarà davanti al giudice per le udienze preliminari anche il suo ex capo di gabinetto, Giuliana Frattura, sorella del governatore. Entrambi dovranno difendersi dalle accuse mosse dal sostituto procuratore Nicola D’Angelo ha chiesto il rinvio a giudizio per l’allora questore di Campobasso e per la sua più stretta collaboratrice.
La vicenda è quella relativa all’inchiesta sulle rivelazioni fatte a due poliziotti dell’ufficio immigrazione che erano sottoposti a indagini. Per Pozzo la procura chiede il processo per i reati di rivelazione di segreto d’ufficio, tentato favoreggiamento e abuso d’ufficio. Per la Frattura la richiesta riguarda la rivelazione di segreto d’ufficio.
Il pubblico ministero ritiene, i fatti si riferiscono alla primavera dello scorso anno, che Pozzo avrebbe informato la Frattura delle indagini in corso sui colleghi Vittorio Ciarlo e Francesco De Bernardo. La Frattura avrebbe poi rivelato quanto stava accadendo, notizie coperte da segreto istruttorio, ai due diretti interessati.
L’ex questore, poi, deve anche rispondere di aver promosso, o comunque consentito, un incontro nel suo ufficio tra De Bernardo e il capo della Squadra Mobile Raffaele Iasi, che da poco aveva preso il posto di Annicchiarico e portava avanti le indagini. Durante questo incontro De Bernando, secondo la tesi della procura, consapevole delle indagini in corso sul suo conto, si era lamentato del fatto che già in passato la Mobile aveva indagato su di lui, che queste indagini si erano concluse con un nulla di fatto e che lui stesso aveva fatto richiesta di risarcimento danni al Ministero dell’Interno.
In questa circostanza Pozzo – è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio – ”non intervenne per evitare il condizionamento”, ma anzi si rese protagonista ”di atti idonei, presidiando l’incontro nel suo ufficio, diretti in modo non equivoco ad eludere o condizionare le indagini, non riuscendo però nel suo intento”, non avendo effetto tali iniziative su Iasi.
Una nuova macchia su quella Questura già al centro di polemiche e denunce nell’ambito delle indagini sul cosiddetto ‘sistema Iorio’. Denunce su manipolazione di atti giudiziari già depositate da alcuni indagati.
Sarà il gup a decidere se l’atteggiamento di Pozzo sia stato legittimo oppure no. Sul piano dell’etica il giudizio è già passato in giudicato.

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