di SILVIA VALENTE
«Non vogliamo diventare comuni fantasma e senza servizi: la viabilità è un elemento fondamentale su cui puntare per evitarlo». Sono queste le parole di Francesco D’Angelo – consigliere comunale di Roccavivara – parole dirette che riportano alla luce il problema della circolazione sulla strade molisane. Frane, buche e dossi rappresentano, ormai, la quotidianità per tanti automobilisti costretti a percorrere ogni giorno chilometri di asfalto rattoppato, nella migliore delle ipotesi.
Un problema diffuso di cui abbiamo parlato più volte e che torniamo ad affrontare dopo l’ultima segnalazione del consiliare comunale che, a bordo della sua auto, ha percorso alcune strade particolarmente dissestate. Parliamo di Roccavivara e dei vicini comuni di Castelmauro, Montefalcone e Lucito. «Tratti disseminati – a detta del consigliere – da segnaletica provvisoria, buche rattoppate con pezze di catrame e numerosi avvallamenti. Le strade del Molise continuano a essere un problema sottovalutato – ha aggiunto D’Angelo – pochi chilometri, ma tanti disagi ancora più intollerabili con l’inverno alle porte». Una situazione difficile che, oltre a dilatare i tempi di percorrenza, rappresenta un serio rischio per l’incolumità delle persone che ogni giorno si mettono in macchina per andare a scuola o a lavoro. A ciò si aggiungono le tante opere incompiute, lavori iniziati e mai portati a termine, «caduti nel dimenticatoio» come ha detto lo stesso D’Angelo riportando degli esempi concreti. «Si va dal piccolo tratto di contrada Pedecagne sprofondato a valle, alla Strada Provinciale Roccavivara-Trivento, franata addosso a una famiglia – ha raccontato il consigliere – oltre alla provinciale 92, meglio conosciuta come strada del bosco di Civita. Sembra un mix tra una montagna russa e una casa della paura di un dismesso parco di divertimenti – ha concluso D’Angelo».
Insomma un problema vero che va oltre il semplice disagio e che non rappresenta certo una novità per questa regione i cui abitanti sembrano essersi rassegnati ad una viabilità precaria, ad un sistema di comunicazione pressoché inesistente e a non vedersi garantiti servizi basilari come ad esempio una rete di trasporti pubblici funzionale e funzionante. Il Frecciarossa, forse, non fermerà mai a Termoli ma, senza andare troppo lontano, sarebbe un bel passo in avanti riuscire a spostarsi all’interno del perimetro regionale senza rischiare di sprofondare lungo il tragitto.