È possibile una bellezza non necessariamente legata ad un concetto di bene? Questo è il nodo che tenta di sciogliere Ermanno Bencivenga, noto filosofo e saggista italiano, nel suo ultimo lavoro dal titolo “Il bene e il bello. Etica dell’immagine”.
Bencivenga, dal 1979, insegna all’Università della California Irvine. Tutti questi anni vissuti all’estero gli hanno permesso di acquisire un’esperienza, di ampio respiro internazionale, che si sente nei suoi scritti.
L’autore, in questo suo saggio, affronta nello specifico il problema del significato etico dell’immagine. “Viviamo nella civiltà dell’immagine – ha detto – per cui è naturale interrogarsi sul senso che questa ha. Senza voler dare un giudizio etico o morale, ma semplicemente stabilire cosa l’immagine trasmette eticamente. Cosa l’immagine ci dice sia il bene”.
Nel libro, lo scrittore, oltre a parlare della moralità legata ad un’immagine, tratta il tema dell’oggettività. Un’immagine, quindi, può essere oggettiva? “L’oggettività è sempre costruita in parte dallo spettatore – ha detto ancora Bencivenga – è lui che, dentro un’immagine, troverà un messaggio che lo ispirerà alla ricerca dei propri valori. Naturalmente, spettatori diversi, di civiltà e culture diverse, potranno trovare nella stessa immagine un messaggio oggettivo diverso”.
Il saggio di Ermanno Bencivenga “Il bene e il bello. Etica dell’immagine” è stato presentato, nella sala consiliare del Comune di Campobasso, dallo scrittore molisano Adelchi Battista. “È stato un incontro interessante – ha detto – capace di sviluppare un intensa conversazione sull’etica e sull’estetica. Un’importante appuntamento culturale per la città di Campobasso, con uno dei massimi logici e filosofi della nostra epoca”.



