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martedì, Aprile 30, 2024

Di Nunzio in America. Ancora viaggi alle spalle dei contribuenti: ecco come la politica prende in giro i molisani

AperturaDi Nunzio in America. Ancora viaggi alle spalle dei contribuenti: ecco come la politica prende in giro i molisani

Arizona-Cardinals-american-football-team-cheerleaders-600x450di PASQUALE DI BELLO

A dispetto delle ripetute denunce, e in barba ad ogni regola sui tagli alla spesa, continuano senza sosta i viaggi dei consiglieri regionali a spese dei contribuenti. Oltre al presidente Frattura, a partire per gli Stati Uniti in occasione del Columbus Day, anche il consigliere Domenico Di Nunzio. Legati al viaggio, una serie di atti e documenti inquietanti

Dobbiamo chiedere pubblicamente scusa ai nostri lettori per una notizia che ci è sfuggita e che risulta, invece, di vitale importanza per il futuro del Molise. Concentrati come siamo sul presidente Frattura, abbiamo mancato di registrare che lo scorso 12 ottobre, alla parata del Columbus Day, ha sfilato un altro eminente statista proveniente dalla gloriosa Regione Molise. Stiamo parlando dell’On. Alcide De Gasperi che non è morto, come tutti credono, ma si è semplicemente ritirato in Molise dove continua a vivere con lo pseudonimo di Domenico Di Nunzio. Qui, per bontà e magnanimità del presidente Frattura che, si sa, è un uomo notoriamente generoso e largo di manica, egli svolge la strategica funzione di consigliere regionale delegato al turismo. In realtà la funzione a cui assolve Di Nunzio è quella di citofono. Lo hanno posizionato all’ingresso del Consiglio regionale con un pulsante intesta, così che passanti e turisti possano suonarlo e interpellarlo su itinerari, tratturi, musei e cattedrali. Insomma, su tutto quello che di bello c’è in Molise. E anche di buono, perché pare che il presidente Frattura, mosso sempre dalla consueta e leggendaria generosità, gli abbia anche assegnato il ruolo di delegato alla gastronomia, tanto è vero che dal lunedì al venerdì Di Nunzio sosta davanti al Consiglio regionale, poi al sabato e alla domenica si trasferisce lungo la fondovalle Biferno dove lascia il ruolo di citofono e veste i panni dell’oste a beneficio di locande, taverne e ristoranti. Se durante la settimana lo si vede come un segnale stradale a braccia spalancate, nel weekend egli staziona con un cappello bianco a panettone in testa, un braccio immobile lungo il corpo e con l’altro in posizione distesa, e con la mano chiusa e il solo dito indice aperto si esibisce come sagoma che lungo la via suggerisce la deviazione verso la trattoria.

Bene. Lorsignori, non contenti dei quattrini inceneriti dal presidente Frattura per recarsi a New York dal 12 al 14 ottobre compresi, hanno inteso inviare al seguito alche il consigliere De Gasperi (quello vero, dall’Aldilà, ci perdoni per il paragone blasfemo). Anzi, più che al seguito, in avanscoperta. Perché secondo la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Molise, la n. 57 dell’8 ottobre 2015, Di Nunzio a New York c’è andato dall’8 al 14 ottobre compresi, cioè ben due giorni prima dello stesso Frattura. Probabilmente, la cosa è stata imposta dalla rigida normativa statunitense sulla importazione di citofoni che prevede una sosta di quarantottore alla dogana dove, oltre a quelli fiscali, avvengono una serie di controlli tecnici. In pratica, posizionato accanto al nastro che restituisce i bagagli, Di Nunzio per due giorni è stato sottoposto ad uno sfibrante test. Tutti i passeggeri sbarcati all’aeroporto Kennedy, clandestini compresi, invitati da avvenenti cheerleaders hanno a turno schiacciato un pulsante rosso che sbucava dalla folta capigliatura del consigliere delegato al Turismo, notoriamente compatta come la muraglia cinese. Pena, per chi si sottraeva al colpo di pulsante, la mancata restituzione delle valigie.

Lasciando la satira che, mai come in questo caso, è capace di mettere a nudo i difetti e l’arroganza di una razza politica che, evidentemente, è convinta di non dover rendere conto a nessuno, e passando alla sfacciata realtà delle cose, viene da chiedersi quale utilità abbia prodotto la gita di Domenico Di Nunzio in America per le Istituzioni e, soprattutto, per i molisani. Viene da chiedersi chi abbia pagato il solito conto di vitto e alloggio e trasporto. Inoltre, vorremmo evidenziare un particolare a nostro avviso inquietante. La delibera dell’Ufficio di Presidenza porta la data dell’8 ottobre ma, quello stesso giorno, Di Nunzio è già a New York, tanto è vero che la delibera parla espressamente di “ratifica” e di “presa d’atto” dell’autorizzazione “concessa dal vice presidente del Consiglio”. Il vice presidente in questione è Filippo Monaco quello, tanto per ricordarcene, a suo tempo candidato con la lista di Costruire Democrazia che della riduzione dei costi della politica fece una bandiera. Bandiera che, evidentemente, per Monaco deve essere stato l’equivalente di uno straccio.

Ma torniamo a Di Nunzio e alla trafila amministrativa seguita. E’ il 30 settembre e l’interessato chiede di essere autorizzato al viaggio americano. Lo stesso giorno Monaco firma l’autorizzazione e, pertanto, Di Nunzio si sente legittimato a partire per le Americhe. L’8 ottobre, con Di Nunzio già sul suolo americano, l’Ufficio di Presidenza ci mette una pezza e ratifica l’autorizzazione. Ora, proprio per non far passare i molisani da coglioni, vorremmo fare a lorsignori una domanda: nel caso l’Ufficio di Presidenza non avesse ratificato la delibera, cosa sarebbe accaduto? Si sarebbero levati dei Caccia in volo, avrebbero prelevato Di Nunzio riconducendolo sulla terra patria privando così i passeggeri dell’aeroporto Kennedy del più bel gioco del mondo dopo l’invenzione dello yo-yo? Quello di correre lungo il corridoio degli “Arrivi” e, come nei giochi a premio, schiacciare il pulsante sulla testa di Domenico Di Nunzio.

Ecco, di tutte queste beffe, di tutti questi soldi bruciati e sputtanati, vorremmo una ragione, una spiegazione, una giustificazione che non fosse solo quella di mandare quattro miracolati in giro per il mondo alle spalle dei molisani. Qualcosa di comprensibile per la moltitudine di contribuenti che ormai quotidianamente vengono presi per i fondelli. Qualcosa di comprensibile, che non sia il solito inconcludente zagaglio, soprattutto da parte del presidente Frattura. Di Nunzio viaggiatore è una sua creatura.

Poscritto. Nella medesima delibera, sempre al consigliere Di Nunzio, sono state ratificate le seguenti missioni: all’Expo di Milano dal 17 al 18 luglio e dal 25 al 27 settembre; agli “Stati generali del Turismo” a Napoli dal 1° al 3 ottobre 2015. Questo sempre e tutto a posteriori. Va ricordato, inoltre, che Di Nunzio era presente, oltre che in altre circostanze, anche nella delegazione che ha compiuto dall’8 al 17 giugno 2015 un viaggio in Brasile e Argentina.

 

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