Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione degli infortuni, in Italia si continua a morire sui posti di lavoro.
Ed in Molise si muore di più che nel resto del Paese, in rapporto al numero degli occupati. La percentuale è da brividi: 70,4 decessi per ogni milione di lavoratori. Un dato che pone la regione al primo posto, seguita da Umbria e Toscana.
A dirlo sono i dati diffusi dall’Osservatorio sulla sicurezza del Lavoro, riferiti al periodo che va dal primo gennaio al 31 agosto 2015.
Nei primi 8 mesi dell’anno le morti bianche sono state 7, di cui 6 in provincia di Campobasso, una in quella di Isernia. Un susseguirsi impressionante di decessi.
Il trend è purtroppo negativo, perché, secondo le statistiche dell’Osservatorio, il numero dei morti sui luoghi di lavoro è aumentato del 12% in tutta Italia. Nei primi otto mesi del 2015 i morti sono stati 546, contro i 489 dello stesso periodo dello scorso anno.
Una situazione dunque estremamente preoccupante, che pone il settore delle costruzioni in cima alla triste graduatoria, seguito dalle attività manifatturiere e dai trasporti.
Questo è il dato nazionale. In Molise è l’agricoltura il comparto nel quale si registra il maggior numero di vittime, incidenti causati soprattutto dall’utilizzo di mezzi agricoli.
Le statistiche dicono anche che a perdere la vita sono stati soprattutto gli uomini, di età uguale o superiore a 65 anni, mentre le giornate in cui si verifica il maggior numero degli incidenti sono giovedì e venerdì.
Ma dietro la fredda logica dei numeri e delle statistiche, ci sono vite umane spazzate via dall’assenza delle più elementari norme sulla sicurezza, dall’assenza della cultura della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro.
In Molise, più che nel resto del Paese si continua a morire nei campi, sotto il peso di un trattore, o nei cantieri, mentre si ristrutturano edifici danneggiati dal terremoto.
In Molise si muore ancora di lavoro.
amdm
