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giovedì, Settembre 25, 2025

La Cia contro il film “Zero Dark Thirty” sul raid in cui fu ucciso Bin Laden

MondoLa Cia contro il film "Zero Dark Thirty" sul raid in cui fu ucciso Bin Laden


L’idea che “tecniche di interogatorio dure” come il waterboarding siano state “la chiave” per il raid in cui è stato ucciso Osama bin Laden è “falsa”. Lo afferma il capo della Cia ad interim Mark Morell in una inconsueta dichiarazione che affronta, sul sito dell’agenzia di Langley, la tesi del film di Kathryn Bigelow  “Zero Dark Thirty”, possibile candidato agli Oscar.

“Normalmente non avrei fatto commenti su un film di Hollywood, ma penso che sia importante mettere in contesto questo film, che parla di uno dei maggiori avvenimenti della nostra storia”, scrive Morell sul sito della Cia.

“Questo film, che affronta la caccia a Bin Laden al centro del lavoro decennale di uomini e donne della nostra agenzia, della comunità di intelligence e dei nostri partner militari, si prende significative licenze artistiche, pur presentandosi come storicamente accurato”.

Morell vuole che gli spettatori sappiano che “Zero Dark Thirty” è una drammatizzazione, non un realistico ritratto di fatti veramente avvenuti. Tra le divergenze tra fiction e realtà: “La caccia a Bin Laden è stata il frutto di centinaia di agenti, non i pochi descritti nel film”. Ma soprattutto, “è una falsa impressione”, secondo Morell, che tecniche di interrogatorio “dure” come il waterboarding “usate nella nostra prima fase di detenzione” siano state centrali nel trovare Bin Laden.

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