Le sue condizioni sono tenute sotto controllo dai medici del reparto di malattie infettive del Cardarelli. In ospedale è arrivato lamentando un forte mal di testa e febbre alta. La diagnosi è di meningoencefalite
Ad allertare i medici di malattie infettive è stata la prefettura di Campobasso, sollecitata dai volontari della Caritas, dove il profugo pakistano è ospite.
Cosciente e collaborativo, lo hanno definito i medici, dunque le sue condizioni, per quanto gravi – la prognosi resta riservata – sono stabilizzate dalla terapia.
E’ il primo caso del genere, hanno detto dal reparto malattie infettive del Cardarelli.
Una vera e propria zona di frontiera dal punto di vista sanitario che, da qualche mese, tiene monitorati i migranti che arrivano o soggiornano in città. Più di mille e ottocento, tra uomini, donne e bambini, visitati in corsia e nei punti di accoglienza. In uno scenario clinico fatto di decine di casi di scabbia, tubercolosi, epatiti.
“Arrivano in Italia – hanno spiegato i camici bianchi dell’ospedale – con un sistema immunitario deficitario. Le nostre cure – hanno aggiunto i medici – sono spesso risolutive”.
Uno scenario di evidente allarme, ma che comunque è tenuto sotto controllo strettissimo e monitorato da una equipe che lavora da mesi a ritmo incessante.
Le strutture ricettive della regione, che resta una di quelle che accolto in percentuale un numero elevatissimo di persone, sono già al limite. Ma gli enti e le istituzioni che governano il fenomeno dei migranti ritengono che la situazione sia comunque sotto controllo e che, dal punto di vista sanitario, il caso della meningoencefalite contratta dal giovane pakistano sia un caso del tutto isolato.



