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giovedì, Novembre 20, 2025

Caso Rizzo, la Cassazione: la tutela della libertà di stampa deve essere prevalente

AttualitàCaso Rizzo, la Cassazione: la tutela della libertà di stampa deve essere prevalente

di GIOVANNI DI TOTA

La tutela della libertà di stampa deve essere prevalente. Un principio al quale hanno fatto riferimento i giudici della Cassazione esaminando il ricorso presentato da Sergio Rizzo contro la procura di Bari.

L’editorialista del ‘Corriere della Sera’, autore di libri contro la casta e gli sprechi del denaro pubblico, è stato messo nel mirino dal sostituto, Anna Maria Tosto nell’ambito di un’inchiesta per violazione di segreto di ufficio a carico dell’allora pm di Campobasso Fabio Papa.

L’inchiesta è stata archiviata a marzo. Ma resta interessante la pronuncia della Suprema Corte che nel frattempo è andata avanti nonostante il caso fosse ormai chiuso.

Il magistrato di Bari aveva disposto la ricerca nel suo computer di una lettera di Fabio Papa, sospettando che in quella mail il magistrato di Campobasso rivelasse il sistema del malaffare in Molise e gli ostacoli che venivano frapposti al pubblico ministero.

Sebbene Rizzo non fosse indagato, dal suo pc vennero ‘acquisite’ quattro mail. Alle proteste del giornalista, i magistrati pugliesi avevano argomentato che quello non era un sequestro ma solo la stampa di mail e “l’estrazione di copie degli atti non costituisce sequestro nè per essa è prevista una impugnazione”.

La Cassazione, invece, ha bocciato l’impostazione della procura di Bari, ritenendo che “un dato segreto, un progetto, ma anche il nome di una fonte, sono informazioni il cui valore consiste nella riservatezza del dato, la sua circolazione in più copie può costituire una privazione del bene. Peraltro, nel caso delle mail sequestrate a Rizzo non si è arrivati a individuare alcuna fonte e, dunque, hanno spiegato i giudici del Palazzaccio, “fermo restando che il Tribunale di Bari non avrebbe dovuto ritenere di per sé inesistente un sequestro solo perchè si trattava di dati informatici ‘copiati'”, il sequestro non è stato annullato mancando di rilevanza.

Ma per la Cassazione resta il principio che stabilisce che la mail copiata dal pc di un giornalista è una cosa materiale e non un “sequestro inesistente” e per ‘prelevarla’ non ci si può servire di intercettazioni a strascico. Il setaccio – è il giudizio finale della Suprema Corte – deve essere preciso.

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