di GIOVANNI DI TOTA
E’ l’apoteosi della tradizione, della storia e della cultura della città. Tredici macchine viventi portate a spalla, più di settanta figuranti e un centinaio tra portatori e capi squadra, cinque bande.
E’ la festa di Corpus Domini a Campobasso, la città dei Misteri. Gli Ingegni che Paolo Saverio di Zinno realizzò più di due secoli e mezzo fa, su commissione delle Confraternite religiose per sancire la pace avvenuta tra quella Crociata e quella Trinitaria.
Una processione che affonda le radici nell’essenza stessa dei campobassani che, ogni anno, sono percorsi da un sentimento di orgoglio mescolato alla passione per quelle meraviglie volanti. E ogni anno cresce anche il numero dei visitatori, le stime degli organizzatori parlano di edizione record e di una folla che ha superato nell’arco della giornata le 130mila presenze.
Tanti i temi che quest’anno sono stati la cornice della sfilata. Il centro storico, parte iniziale del percorso dei Misteri, imbandierato con i simboli delle Confraternite di Sant’Antonio Abate, dei Crociati e dei Trinitari, ricordate anche dai fazzoletti portati al collo dai capisquadra di ogni Mistero. Poi l’annuncio della richiesta inoltrata alla commissione per inserire gli Ingegni di Campobasso tra le manifestazioni considerate patrimonio immateriale dell’Unesco.
Tra le novità della sfilata, molto apprezzata la Donzella, Vanessa Mancinelli . Un successo, il suo, tutto personale per aver interpretato in modo impeccabile il ruolo della dama che siede di fronte al diavolo – Italo Stivaletti – che l’importuna durante tutta la processione. E’ il Mistero di Sant’Antonio Abate, tra i più fotografati insieme a quello di San Michele, dove trovano posto gli altri tre diavoli che imbrattano, prendono in giro, si lasciano fotografare ad ogni sosta in un assedio di turisti e ragazze, di genitori e neonati, diventato tradizione nella tradizione.
Da secoli in volo, ripetiamo ormai da anni nel corso della nostra diretta televisiva di Telemolise, diventata anch’essa un appuntamento fisso per le persone che sono lontane da Campobasso, ma anche per chi non ha la possibilità di assistere dal vivo alla sfilata e la segue attraverso i nostri canali.
Quasi a passo di carica, le tredici macchine volanti hanno tagliato la folla attraverso il budello di Sant’Antonio Abate, dove lo spettacolo dei balconi rende altrettanto suggestivo il passaggio dei Misteri; fino allo scollinamento in largo San Leonardo per ridiscendere verso la parte nuova della città, attraversare il corso pieno come non mai e allinearsi per ricevere la benedizione dal balcone del Municipio; poi il ritorno verso la sede del Museo di via Trento, con l’altrettanto emozionante rito del “parcheggio” degli Ingegni. Le tredici “visioni” di Paolo Saverio di Zinno, nella loro austera essenzialità, rimarranno a riposare fino al prossimo anno per ripetere quella magia che si rinnova dal 1750



