Da anni la marineria termolese e quelle delle regioni limitrofe chiedono al Governo di evitare il fermo pesca nel cuore dell’estate, periodo di maggior richiesta del prodotto, dal mercato alle tavole dei ristoranti. Ogni anno, invece, puntualmente il Ministero blocca le attività in questa zona dell’Adriatico da inizio agosto a settembre con un copione che, a quanto pare, si riproporrà anche questa volta.
Solo dal 2016 le cose potrebbero iniziare a cambiare con un’ipotesi che sta diventando più concreta. La parlamentare Laura Venittelli ha presentato una risoluzione ”per dare un input al Ministero e affermare un principio essenziale per rivitalizzare quelle che sono le politiche della pesca, ovvero – ha osservato la deputata Pd – la necessità di riconoscere il concetto di flessibilità alle varie marinerie tra loro omogenee per scegliere il periodo entro il quale poter fare il fermo biologico”. Il dato significativo – ha aggiunto la Venittelli – è quello dell’apertura da parte del Ministero nei confronti del medio e basso Adriatico ad una possibilità di spostamento dell’inizio del periodo alla fine di agosto”. Tutto ancora da stabilire mentre ci sono altre questioni in sospeso.
Domenico Guidotti, presidente di Federcoopesca, ha ricordato che mancano i pagamenti per gli armatori e il personale relativi al fermo 2014 e quest’anno non ci sono ancora le risorse per coprire le misure legate ai titolari dei pescherecci e alla cassa integrazione. ”Ben venga la proposta di cambiare le date ma – ha concluso Guidotti – servono i fondi per evitare ulteriori disagi a un settore portante per l’economia del territorio”.



