La riduzione delle sedute operatorie sta giustamente creando preoccupazione a Campobasso, ma anche a Isernia le cose non vanno meglio, semmai peggio: al Veneziale sono infatti garantite solo le emergenze-urgenze chirurgiche. La conferma arriva da David Di Lello, presidente regionale del sindacato degli anestesti l’Aaroi-Emac, che a sua volta ha registrato le preoccupazioni di coloro che ogni giorno, operando direttamente sul campo, tastano con mano le enormi difficoltà della sanità molisana. Per il sindacalista il problema della riduzione delle sedute operatorie coinvolge praticamente tutte le strutture pubbliche della regione, ma la cosa più grave è che non questo non è il classico fulmine a ciel sereno. Il problema è ben noto da tempo: «Non è un problema venutosi a creare solo qualche giorno fa – ha detto -: in realtà la carenza di anestesisti-rianimatori è cronica. Capisco che vi sono delle difficoltà di natura economica legate al disavanzo, però bisogna anche dire che sono legate anche alla mancata riorganizzazione, quindi a scelte politiche che tardano ad arrivare. Stanno determinando solo un accumulo di debito: nel 2014 il tavolo tecnico ha certificato un disavanzo di altri 60 milioni. Inoltre ai cittadini molisani verosimilmente verrà chiesto di ripianare il debito con l’aumento dell’Irpef e dell’Irap». Per Di Lello da questo pantano se ne esce solo in un modo: facendo proprio quelle scelte politiche coraggiose che tardano ad arrivare, possibilmente mettendo da parte i campanilismi: «Da questa situazione se ne esce – ha proseguito il presidente dell’Aaroi Emac del Molise – con una scelta politica di riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica e privata. Perché non vorrei che queste difficoltà rispondano ad altre logiche, che magari altri andranno a garantire. Certe scelte sono incomprensibili. Credo che sia giunto il momento di rinunciare – ha concluso di Lello – a campanilismi e localismi. A mio avviso stanno distruggendo la sanità pubblica».



