«Non volevo sparare, non volevo uccidere» sono le parole pronunciate da Antonio La Porta. Ha parlato per mezz’ora abbondante, rispondendo alle domande in aula, in Corte d’Assise. Ha raccontato cosa è accaduto quella domenica mattina del 25 maggio 2014 nelle campagne di Campodipietra. E’ in carcere, accusato di omicidio. E’ stato lui a premere il grilletto della pistola e a uccidere il fratello, Vincenzo, 65 anni, al termine di una lite per una questione di confini e terreni.
«Ero andato a votare con mia moglie, quella mattina – ha detto – poi al ritorno, ho deciso di pulire la pistola di un mio fratello deceduto. la stavo portando nel garage quando ho visto i miei nipoti che stavano costruendo un recinto per animali. Ho chiesto spiegazioni a mia madre e a Vincenzo, ma lui ha reagito colpendomi con pugni, dicendomi che vuoi chi sei. Una reazione inaspettata perchè ci volevamo bene, andavamo d’accordo». l’imputato ha continuato raccontando della lite, le urla, l’arrivo dei figli del fratello, la paura di essere ammazzato di botte da persone più grosse di lui.
«Me la sono fatta sotto per i calci e pugni ricevuti, quindi ho tirato fuori la pistola. volevo intimorirli per poi scappare».
Antonio La Porta ha dichiarato di aver caricato l’arma senza capire nulla, di non aver sparato volontariamente, che il colpo è partito accidentalmente. «Pensavo di non aver colpito mio fratello, me ne sono accorto solo quando ho visto il sangue e ho chiesto ai miei parenti di portarlo in ospedale». l’imputato ha riferito di essere tornato a casa e di aver informato la moglie che sarebbe andato in caserma perchè credeva di aver solo ferito Vincenzo. «Una volta in strada ho visto i carabinieri mi sono fermato». Un racconto drammatico, ascoltato tra le lacrime anche dai familiari in aula, parti civili rappresentate dagli avvocati Fabio Albino e Angelo e Valentina Piunno. Il difensore, Carmine Verde, punta a dimostrare la non volontarietà dell’omicidio. Il Pm è Nicola D’Angelo.
Ascoltato anche il perito della procura, che ha ricostruito la traiettoria del proiettile.
Altri testimoni saranno ascoltati nella prossima udienza, il 28 maggio.



