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mercoledì, Novembre 19, 2025

Comunicazione e futuro digitale. Freccero e De Kerckhove a Ferrazzano

AttualitàComunicazione e futuro digitale. Freccero e De Kerckhove a Ferrazzano

di MARTA MARTINO

Il futuro della comunicazione alla luce delle sempre più numerose tecnologie che arrivano nella vita quotidiana di tutti noi. Tecnologie utili ma, come sempre accade, che presentano anche un’altra faccia, scomoda, invadente e invasiva, a volte pericolosa o  rischiosa. A trattare l’argomento, molto sfaccettato,  Carlo Freccero e Derrick de Kerckhove. Uno autore televisivo ed esperto di comunicazione molto conosciuto e dal lungo curriculum, l’altro sociologo belga- canadese considerato un’autorità indiscussa in fatto di sistemi e tecnologie per la comunicazione.  Tecnologie come internet che, ha spiegato il professore De Kerckhove alla folta platea al teatro del Loto di Ferrazzano, mentre ci permette di essere in  connessione con tutto l’universo in pochi secondi, ci sottrae qualcosa in cambio, la nostra privacy, che non esiste più, facendoci tornare in una sorta di medioevo, quando nel villaggio tutti sapevano tutto di tutti. Nessuna informazione su noi stessi, dal momento in cui scegliamo di condividerla, ci appartiene più.  “Facciamo tutti parte di un Big Data, che è un sistema di informazione che registra tutto quello che stiamo facendo- ha spiegato De Kerckhove- Anche i dati del nostro telefonino. E questi dati vengono acquisiti dalle agenzie di mercato che li utilizzano anche se tu non hai mai dato il consenso. Sanno tutto di te. Io lo chiamo ‘inconscio digitale’ ”. Non si può demonizzare internet che ci permette di restare in collegamento con il mondo ovunque andiamo e di acquisire informazioni velocemente e di ogni tipo, ha però avvertito il sociologo. “Solo il futuro ci potrà dire se ne valga la pena o meno essere così “trasparenti””, ha poi concluso.  Ma la comunicazione si avvale anche di mezzi più tradizionali come la televisione che però, ha profetizzato Freccero, anche in Italia  si sta avviando sempre più sulla strada sperimentata dalle tv estere, cioè diventare sempre più  on demand, come sono ora le pay tv, con il cittadino che sceglierà autonomamente cosa vedere.  “Ognuno si farà il proprio palinsesto: film, attualità, politica, musica. Rimarrà sicuramente anche la tv “tradizionale” ma lo spettatore diventerà più autonomo. Ci sarà una ibridizzazione della tv con altri media, internet per esempio. Ovviamente la differenza sarà dovuta al livello di cultura e benessere di chi sceglie: chi è più colto e ha più soldi godrà di più offerte, gli altri meno. Ma la varietà sarà comunque alla portata di tutti. Sarà solo una questione di scelta”.  In questo panorama le tv locali conserveranno comunque il loro importante ruolo di informazione locale, ha rassicurato Freccero: “Ma dovranno spaziare di più e pensare a piattaforme di trasmissione più ampie”.

 

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