di MARTA MARTINO
Sulla Momentive il comune di Termoli ha fatto un passo indietro, annullando il provvedimento che nemmeno 20 giorni fa aveva rilasciato per autorizzare l’ampliamento dell’industria chimica nella cittadina adriatica. Pertanto il rischio al momento è scongiurato. A comunicarlo sono gli avvocati del Codacons, Massimo Romano e Pino Ruta, che stanno curando il ricorso al Tar, al fianco dei cittadini che già guardano con estrema preoccupazione a quel polo chimico che sorge a due passi dalle loro abitazioni, figuriamoci ad un suo eventuale aumento di volumi e produzioni. «Ora che il comune di Termoli ha ritirato il procedimento il pericolo è al momento scongiurato- ha commentato soddisfatto Pino Ruta- Il Tar ne ha preso atto durante la fase interlocutoria, anche se entrerà nel merito della vicenda ad ottobre. Il problema potrebbe nascere se l’iter dovesse proseguire sulle censure che abbiamo prodotto, in aggiunta all’atto di ricorso, qualora venissero sanate» . Censure rivolte alla valutazione di impatto ambientale, approvata dalla giunta regionale, e che mettono in luce una serie di contraddizioni di cui sembra nessuno abbia tenuto finora conto: la zona in cui si chiede l’ampliamento della Momentive ospita già altre industrie chimiche e una Turbogas e nel 2003 quella stessa area si è trasformata in un pantano a causa di una disastrosa alluvione. Quella stessa area dopo il 2002 è stata dichiarata sismica. «Le autorizzazioni allo stanziamento di queste industrie è stato dato prima di tali sciagure e prima che i rischi e i problemi della zona venissero fuori- ricorda Ruta- Adesso che però tali informazioni sono di dominio pubblico, non si comprende some si possa autorizzare l’incremento di attività di una industria chimica altamente pericolosa, non solo per la salute, ma anche per l’ambiente . Questo territorio va tenuto sotto controllo, monitorato. La situazione va rivisitata alla luce di nuovi parametri». Nessuna rinuncia al ricorso quindi da parte del Codacons, deciso ad andare fino in fondo: le preoccupazioni dei termolesi sono assolutamente fondate, è una pazzia questa della Momentive. E non si capisce bene che ruolo stiano rivestendo la politica, o i tecnici che rilasciano le autorizzazioni, in tutto ciò, rilancia Pino Ruta: « Non è la prima volta che come Codacons ci troviamo a mettere delle toppe ad amministrazioni che non funzionano. Pensiamo alle Biomasse a Mafalda, alla centrale che volevano installare nel Matese, pensiamo alla discarica di Montagano. A quanto pare anche le opposizioni arrivano tardi o a volte dormono proprio. Anche i 5 Stelle sembrano arrivare in ritardo sui problemi. Non è normale che una «patologia» di un certo provvedimento emerga grazie ad un ricorso. Questo significa che la fase preventiva, quella dei controlli, salta del tutto. Tutto ciò è indice di cattiva gestione- continua Ruta-, a livello politico e a livello tecnico.Impugnare i provvedimenti dopo che sono stati fatti costano e i costi finiscono sulle spalle dei cittadini, che invece hanno amministrazioni che dovrebbero valutare e decidere cose giuste. Non «rimangiarsi» un atto dopo 20 giorni che l’hanno emanato. Questo che vuol dire? Che era un provvedimento sbagliato e l’hanno riconosciuto loro per primi. C’è latitanza, sciatteria a volte strumentale in questa regione- conclude l’avvocato del Codacons, prima di porsi la domanda finale- Ma chi tutela il territorio in Molise? Chi tutela i cittadini? Dove sono le opposizioni? La distrazione politica in questa regione è allarmante».



