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martedì, Aprile 30, 2024

Il buono, il brutto, il buonista

EditorialiIl buono, il brutto, il buonista

di MIRCO ADDESA

Lo scrittore Mirco Addesa propone una sua analisi sulle contraddizioni quotidiane. Ruoli, storie, profili invertiti: una generale confusione dalla quale sembra non si riesca venire fuori.

Come titolo di un moderno western di leonina memoria non sarebbe un granchè. Magari neanche come titolo di un articolo, una leggera opinione di un uomo leggero. Certo, noto una certa mancanza, quasi una apparente sparizione dei cattivi.Dove sono finiti? Da nessuna parte, ovviamente. Ma si sono nascosti bene, indossando l’abito del “cisonosempre” e “cisonoamodomio”. Entrando sempre e comunque dalla porta principale, adagiandosi nel salotto buono, sorseggiando un delicato drink alla fragola. Qualcuno li definisce buonisti. Non necessariamente di sinistra, ma dall’inconfondibile profumo di progressismo. Se non fossero esistiti i maledetti social network, non ne avremmo avuta notizia alcuna. Perché oggi, la credibilità o meno di qualcuno, si misura col numero di like presi riguardo una ben definita, forse, presa di posizione, su alcune argomentazioni.

Alla bisogna, nascono bianchi che vorrebbero essere neri, etero che vorrebbero essere omo, villettari con piscina, che vorrebbero essere zingari, pardon, nomadi. In tono emozionale, chi non lo vorrebbe, siamo seri, suvvia.

Un maschio latino, ad essere nero per qualche tempo, avrebbe solo da guadagnarci. Vuoi mettere il confronto di misure di virilità conclamata di un ragazzo ghanese o del Senegal. O una donna lentigginosa, a ritrovarsi abbronzata e fashion, senza dover ricorrere a lampade u.v.a. o a massacranti e scomodi lettini sulle rive dell’Adriatico.

E poi, che dire della malcelata volontà di ognuno, a sentirsi polo di attrazione per qualcuno che abbia il nostro stesso sesso. Cavoli, almeno una volta nella vita toccherebbe provare sensazioni, che altrimenti, resterebbero a far muffa nei meandri della nostra mente fantasiosa e indecentemente libera.

E il senso dell’avventura dove lo mettiamo? Orsù, amici, chi di noi non vorrebbe vestirsi di stracci e chiedere insistentemente elemosine di spicci, leggere la mano di chiunque e formulare esiti incredibilmente irreali sull’amore, la vita, il denaro. E magari, essere femmina vera, al servizio del maschio, in barba a tutte queste consuetudini oramai obsolete, sulle conquiste di parità, e vivere finalmente del teorema, secondo cui l’omm addà puzzà e la femmna addà subì.

Sarebbe bello, che dico, meraviglioso.

Tanto che fa, poi ci si risveglierà e saremo ancora fottutamente felici, nel nostro vestitino buono, con le nostre lentiggini, con la nostra compagna di vita e di letto, nella nostra villetta con piscina, davanti al camino a pensare: però, che culo che ho avuto a nascere qui. E non altrove.

Domattina ho prenotato una doccia solare, la coiffeur, l’estetista. Posterò una foto, nella speranza che qualcuno mi dica, finalmente: sei stupenda!!!

Ad essere buona, ce l’ho messa davvero tutta.

Che poi, a voler pensare che io sia cattiva, sarebbe davvero una cattiveria.

Ora vado. Mi hanno detto che mia figlia frequenta un tunisino. E la cosa non mi va per niente giù. Con tanti italiani che ci sono in giro. E che caxxo…

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