Sulle relazioni extraconiugali del Duce si è costruito un mito. «Un gran donnaiolo», si è sempre detto di Benito Mussolini. In effetti è stato un vero e proprio «collezionista» di amanti, come dimostra la sua relazione alla luce del sole con Clara Petacci. Ma anche nella vita del dittatore di Predappio c’è almeno un tradimento subito. Ebbene sì: della serie «chi la fa l’aspetti», anche lui si è beccato la sua razione di corna. E per giunta proprio ad opera della sua adorata Claretta. Lo ha scoperto Giuseppe Pardini, docente di storia contemporanea e presidente del Corso di laurea magistrale in Scienze politiche e delle Istituzioni europee dell’Università del Molise. Allievo dello storico Renzo De Felice, uno dei maggiori studiosi del fascismo, il docente dell’ateneo molisano si è ritrovato tra le mani dei documenti piccanti, a suo tempo tenuti segreti per ovvie ragioni. Ora, invece, il tradimento di Claretta non è più un mistero. Il lavoro di ricerca, pubblicato di recente dalla rivista «Nuova storia contemporanea», è stato ripreso da numerose testate nazionali. Abbiamo incontrato il professor Pardini per saperne di più su una vicenda decisamente curiosa: «Sono stato allievo del professor De Felice dal ’94 al ’96 e nelle sue carte ricordo che c’erano dei documenti molto importanti, relativi alla vita – diciamo così – di Claretta Petacci nel 1937. Era l’amante del Duce, è notorio, è morta con lui negli ultimi giorni di guerra. Faceva coppia fissa con il duce da circa un anno, quando Mussolini si accorge che Clara sostanzialmente lo tradiva». In che modo riuscì a scoprirlo? «La polizia politica del nostro Paese riesce a scoprirlo attraverso due bravissimi confidenti di polizia, quelli che potremmo chiamare spioni. Vengono a sapere che Clara Petacci aveva un altro uomo oltre a Mussolini, un certo Luciano Antonetti». Cosa accadde? «Intorno a Luciano Antonetti – ha proseguito il professor Pardini – si è scatenata la ‘vendetta’ di Mussolini, che intorno a Clara non voleva nessuna concorrenza, nonostante lui avesse altre amanti, anche nel periodo in cui frequentava la stessa Clara. Questo è l’aspetto carino della vicenda, perché Mussolini è colpito nell’orgoglio. E fa in modo che questa storia resti nell’oblio più assoluto. Non solo della stampa, ma anche dei ministeri, degli ambienti governativi della Capitale. Sostanzialmente Mussolini era cornuto. E in questo saggio forse per la prima volta – conclude il presidente del corso di Scienze politiche dell’ateneo molisano – gli si dà del cornuto scientificamente, da un punto di vista storiografico».