Il paradosso della ricostruzione post sisma, a Larino ci sono decine di bimbi, delle scuole materne ed elementari costretti nei prefabbricati dove devono fare tutto, mentre un intero piano ed una intera ala delle scuole medie, inaugurate, guarda caso poco prima delle elezioni del 2011, con tanto di cerimonia e con la presenza dello stesso Presidente della regione Michele Iorio, nuovi di zecca restano vuote, con le finestre che hanno ancora l’etichetta del costruttore, e che devono essere aperte perché fa troppo caldo. Intanto le responsabilità come sempre accade se le rimpallano sindaco e dirigente scolastico, una situazione che grida vendetta, uno spreco immane di risorse pubbliche, baracche a terra e soldi in aria, questo il volere delle Istituzioni, intanto a breve scadono anche i certificati di agibilità dei prefabbricati e nessuno se fa carico.
Da dieci anni, due generazioni sono costrette a Larino a frequentare le scuole, materne ed elementari, nei prefabbricati, donati dalla Caritas, subito dopo il terremoto del 2002, da allora sono stati fatti e presentati progetti per una palestra alle scuole medie, è in costruzione una scuola elementare nel centro storico, e prossimamente inizieranno i lavori per la ricostruzione delle scuole materne nella zona nuova della città, mentre un intero stabile rimane vuoto perché senza studenti, spazi inutilizzati che sia il Comune che la Scuola stessa, devono mantenere in termini economici, tra riscaldamento e pulizie, ammesso che queste si facciano, che devono poi essere pagate, un intero piano e l’ala nuova dello stabile, inaugurata prima delle elezioni del 2011, con tanto di banda, autorità e istituzioni scolastiche. Nonostante questo, i bimbi più piccoli, quelli delle scuole materne sono i più penalizzati, perché hanno pochissimo spazio per le attività, e soprattutto l’aula delle attività, all’ora di pranzo diventa anche refettorio, otto ore al giorno nello stesso ambiente, mentre appunto, in uno stabile nuovo lo spazio si spreca letteralmente.
Come sempre accade in questi casi, e le Istituzioni molisane sono maestre in questo, le colpe rimbalzano tra il Sindaco da una parte, e La dirigente scolastica dall’altro. Infatti, secondo la Preside dell’Istituto Comprensivo, la professoressa Angela Tosto, per trasferire le classi dai prefabbricati alla scuola media, ci vogliono almeno quaranta mila euro, soldi che, né la scuola, né il Comune hanno in questo momento, e poi, sostiene la Preside “in quell’edificio gli impianti non sono a norma, e le porte sono più strette di quelle che devono essere”, ecco questo è il punto, se ciò che dice la Preside è vero il problema esiste ed è grave, in altre parole, come mai gli impianti non sono a norma se l’edificio è relativamente nuovo? Chi doveva controlla e non l’ha fatto? Di chi è la responsabilità se i lavori non sono stati eseguiti a “regola d’arte”? Domande che giriamo direttamente agli organi competenti, siano essi Istituzionali che Giudiziari. Mentre per il Sindaco Guglielmo Giardino, ciò che dice la Preside non corrisponde al vero, e cioè, con gli operai del Comune, secondo lui, in un fine settimana si fa il trasloco, forse il Sindaco è un po’ troppo ottimista, fatto sta però che il problema rimane, rimane perché da una parte c’è la volontà della Preside di tenere insieme l’intero plesso delle scuole materne ed elementari in un solo luogo, e se poi alcuni alunni vivono disagi pazienza, e gli stessi insegnanti che non vogliono spostarsi da un edificio all’altro per fare lezione, anche se la distanza si copre facilmente anche a piedi, il tutto a scapito dei bimbi con l’unica colpa di essere nati dopo il terremoto, e che per volere delle Istituzioni, fredde e insensibili, devono continuare a rimanere in prefabbricati, che per quanto sicuri possano essere, sono pur sempre ambienti poco adatti ad una scuola.
Tanto è vero che dalla nevicata dello scorso anno, una grondaia non viene sostituita, e che è letteralmente caduta, i pannelli sono da risistemare, e cosa ancora più grave, il prossimo mese di febbraio, scade il certificato di agibilità dei prefabbricati, perché costruiti da dieci anni, e di questo problema nessuno se ne fa carico, come dire, campa cavallo che l’erba cresce, che volete che sia se una cinquantina di bimbi vivono quotidianamente una situazione di disagio, in fondo devono abituarsi alle cattiverie della vita. Una situazione questa che dimostra come, la mania di grandezza dell’amministrazione comunale di Larino, che pensa solo ad iniziare le opere pubbliche senza finirne una in cinque anni di mandato, ha perso di vista i problemi reali della collettività, un’amministrazione che preferisce spendere soldi pubblici per avere spazi inutilizzati, a fronte del disagio che i bimbi dei prefabbricati vivono.