Lucio Pastore, ideatore e sostenitore della mobilitazione regionale in difesa degli ospedali pubblici, non è più il primario facente funzioni del pronto soccorso degli ospedali di Isernia e Venafro. Al suo posto, la direzione generale dell’Asrem ha nominato Angelo Camillo, proveniente dal pronto soccorso dell’ospedale Vietri di Larino.
È chiaro ed evidente che il direttore generale dell’Asrem possa fare quello che vuole, se le sue azioni sono giustificate dagli atti e da fatti concreti, come titoli e anzianità, ma è altrettanto chiaro che la sostituzione di Pastore, proprio nel momento in cui il medico isernino si è speso e si è esposto in difesa della sanità pubblica, desti più di qualche sospetto nella sinistra antagonista, la cosiddetta Syriza molisana in via di costituzione.
Senza ricorrere ad Andreotti e alla sua teoria delle coincidenze, ci vuole davvero poco a pensare a qualche suggerimento, magari piovuto dall’alto, per silurare e ridimensionare un bravo medico che, lo dicono i fatti, aveva portato a livelli di funzionalità e qualità eccellenti il pronto soccorso del Veneziale.
Il vero difetto di Pastore, per cui probabilmente avrebbe potuto subire una ritorsione, se ritorsione c’è stata, è il vizio di dire a voce alta quello che pensa. Non si è mai nascosto e non ha mai leccato i piedi ai potenti di turno, tant’è che ogni giornalista sa che, periodicamente, Pastore si vestiva da Cassandra e lanciava l’allarme per la mancanza di posti letto, per le disfunzioni, per i ritardi e per le carenze della sanità regionale. E questo Pastore lo faceva da sempre, da anni, molto prima del governo Frattura. Tutti ricordano i suoi attacchi contro la gestione della sanità fatta da Michele Iorio, altrettanto letali di quelli fatti contro la gestione Frattura.
Solo che Michele Iorio non ha lanciato editti bulgari contro i suoi nemici politici e mai li ha colpiti direttamente.
Magari li sentiva, poi ci parlava e poi ci litigava anche, ma la rappresaglia non era nelle corde dell’ex governatore, abituato tutt’al più ad alzare le spalle, ma non pugnalare alle spalle. Oggi i tempi sono cambiati e forse Pastore ha capito, sulla sua pelle, che a parlar chiaro spesso ci si rimette di persona.
L’augurio finale è che quelli della sinistra antagonista molisana siano solo cattivi pensieri e che Pastore sia stato sostituito perchè è arrivato un medico bravo e titolato come lui. Sarà vero? Non lo sapremo mai, perchè le carte sono in regola, dicono quelli bene informati.
Ma noi sappiamo che neanche la retrocessione zittirà Pastore che, al contrario, sarà ancora più combattivo e già sta preparando la marcia su Campobasso in difesa della sanità pubblica.


