Uno dopo l’altro, la Guardia di finanza del comando provinciale di Isernia sta mettendo al loro posto i vari tasselli dell’inchiesta incentrata su presunti appalti pilotati. Un intreccio che sta coinvolgendo imprese, tecnici ed enti comunali. Dopo aver girato in lungo e in largo le due province molisane, nelle ultime ore le fiamme gialle hanno fatto sosta anche a Roccamandolfi. Nel comune matesino è stato ascoltato anche il personale, che si è messo a completa disposizione degli investigatori, fornendo tutta la documentazione richiesta. In realtà anche altri comuni sono stati visitati nelle ultime ore, ma l’indiscrezione non ha trovato conferme. L’inchiesta sulle gare d’appalto sospette – coordinata dal procuratore capo di Isernia Paolo Albano – è partita nel mese di dicembre da Acquaviva d’Isernia, ma con il passare dei giorni si è allargata, arrivando a coinvolgere all’incirca venti Comuni, sia in provincia di Isernia, sia in quella di Campobasso. Tra amministratori locali, imprenditori, tecnici e funzionari finora risultano indagate poco più di 90 persone. Secondo le ipotesi investigative c’erano degli accordi sottobanco tra varie imprese e Comuni per far sì che i lavori venissero assegnati sempre – o quasi – alle stesse ditte. Per ora, come detto, si è solo nel campo delle ipotesi. L’inchiesta della Procura di Isernia è tutt’altro che conclusa. Certo è che da qualche settimana a questa parte ha subito una decisa accelerata. Alcune delle persone coinvolte nelle indagini hanno cominciato a collaborare con i finanzieri. Il procuratore capo Paolo Albano, per ovvie ragioni, continua a mantenere il più assoluto su questa vicenda. Ma l’impressione che si ricava negli ambienti del palazzo di giustizia è che ci si stia avvicinando a passi spediti alla chiusura delle indagini.